Chi รจ Marco Pelliccioli?
Sono nato a Seriate, Bergamo, nel 1982, cresciuto a Brusaporto. Laureato in Lettere Moderne e Cinema alla Sapienza di Roma, vivo tra Monza e Milano, lavorando nellโeditoria per De Agostini. La poesia รจ il mio modo di indagare la realtร , dando voce a personaggi umili e periferici, spesso dimenticati, attraverso una scrittura che alterna versi, prosa poetica e registri dialettali.
Qual รจ il tuo legame con la poesia?
Un amore nato a sedici anni, tra i banchi di scuola, quando la mia insegnante lesse Dante, Cavalcanti, Guinizelli. Quei versi, come โAl cor gentil rempaira sempre amoreโ, mi folgorarono. Non potendo passare al liceo classico, attesi lโuniversitร per immergermi negli studi umanistici. Leopardi, Pascoli, Baudelaire, Rimbaud, letti di nascosto, e poi il Novecento, il cinema e la musica hanno plasmato il mio dettato poetico, un attrito con la realtร che genera parole.
Quali sono le tue pubblicazioni e il loro filo conduttore?
Ho pubblicato Cโรจ Nunzia in cortile (LietoColle, 2014), che dร voce a personaggi di periferie urbane; il romanzo A due passi dal treno (Eclissi, 2015), su giovani in cerca di riscatto; Lโorfano (LietoColle-Pordenonelegge, 2016), che esplora la memoria cancellata dal progresso; Lโinganno della superficie (Stampa2009, 2019), un contrasto tra ambienti sinistri e grotteschi; e Nel concerto del tempo (Mondadori, 2024), un viaggio tra passato e presente, sogno e realtร . Il filo rosso รจ lโindagine di vite marginali, intrecciando storia personale e collettiva, con uno sguardo etico e sociale. Scrivo anche racconti per ragazzi (Gallucci, Einaudi).
Come ti collochi nel panorama letterario contemporaneo?
Come una voce delle nuove generazioni in dialogo con la tradizione, senza schemi rigidi. Alterno versi e prosa, toni ironici e surreali, classici e dialettali. La realtร , con le sue irruzioni, guida la mia penna: il poeta raccoglie queste tracce, offrendo testi che invitano a riflettere sul mondo.
Cosa leggiamo nei tuoi versi come indagine sociale ed etica?
Nei miei versi troverete cortili, mercati scomparsi, personaggi come Nunzia o Mauro, feriti dalla vita ma dignitosi. ร unโindagine sulle periferie, sulle ferite della modernitร , come in โNon cโรจ piรน il mercato in via Padernoโ, dove il progresso spazza via tradizioni. Cerco una tensione etica: dare voce agli invisibili, interrogando il nostro tempo.
Il male comuneย
Questi bidoni sul Lambro
la sera, allโombra di nuove
vetrine allestite, mi dicono ancora
il male di chi
รจ rimasto a vuotarli
in riva allโestate.
E penso che, forse,
potrei essere io
uno di loro
oppure anche tu, che ti volti
distratto connesso annoiato
qui al tavolo accanto
ma in questa distanza,
amico mio caro,
non siamo lontani:
il male รจ un male
comune, il bene
una luna dโagosto
o quel che ne resta.