Tripudio di colori

di Andrea Mallamo

Dall’Olanda alla Lombardia, grazie a campi coltivati, guardini e fioriture spontanee, a maggio la natura culmina in bellezza la rincorsa iniziata sul finire dell’inverno. Ce ne parla il gallaratese Marco Introini, che è il nostro opinionista dal pollice verde

di Marco D. Introini

Maggio è il mese in cui la natura culmina la lunga rincorsa presa sul finire dell’inverno ed esplode in un tripudio di fioriture multicolori. E quando penso a ciò, il primo posto che mi viene in mente è Keukenhof in Olanda. Diciamo che per me questo luogo rappresenta una vera e propria icona della bellezza, dove la sapiente mano dell’uomo è riuscita a comporre un paesaggio straordinario ottenendo il massimo del risultato da ciò che la natura offre. Le enormi distese di tulipani multicolori rappresentano un colpo d’occhio incredibile, capace di togliere il fiato a chiunque. Chiaramente, poi, lo scenario in cui sono ambientati è da mondo fiabesco.

Selfie tra i filari

D’altronde, anche in Lombardia, sono nati negli ultimi anni dei grandi campi di tulipani, dove ci si può recare a coglierli personalmente. Questa ha rappresentato una nuova modalità di vivere il mondo floreale, ovvero godendolo da dentro, come testimoniano le migliaia di selfie che si trovano in rete, ambientati fra filari di tulipani multicolori.

Una curiosità storica

Non tutti però sanno che intorno al tulipano nacque anche la finanza, le prime operazioni sui futures e di conseguenza la prima bolla speculativa. Nel maggio del 1637 ci fu il primo crack finanziario della storia, causato da questa folle mania per i tulipani che coinvolse la borghesia e i ricchi mercanti dell’epoca. L’interesse di questi ultimi, nel possedere le più belle varietà di bulbi, innescò una corsa fra i coltivatori per ibridare le varietà col fine di ottenerne di migliori e quindi spuntare prezzi più alti. Il fatto che, però, gli effetti delle ibridazioni si vedessero soltanto nella stagione seguente, spinse a commerciare, più che i bulbi in sé, i diritti sui bulbi. Ovvero, si pagava un acconto quando il bulbo era ancora in terra e poi il saldo alla sua consegna. Questi acquisti con consegna futura scatenarono un perverso gioco al rialzo dei prezzi. Come menzionato nelle cronache dell’epoca, un bulbo poteva costare addirittura 3mila fiorini o essere scambiato con “8 maiali grassi, 4 buoi grassi, 12 pecore grasse, 24 tonnellate di grano, 48 tonnellate di segale, 2 botti di vino…” . Al culmine di questa folle corsa al rialzo, alcune centinaia di lotti di bulbi furono venduti all’asta di Alkmaar per ben 90mila fiorini (equivalenti a circa 5 milioni di euro). Inutile dire che al primo cedimento del mercato si innescò un panico che fece crollare questa vera e propria bolla speculativa, determinando appunto un crack finanziaro.

Bellezza a fior d’acqua

Ma se in Olanda la bellezza delle fioriture dei tulipani, scatenò un delirio speculativo legato al desiderio di facili guadagni, nel nostro Paese, la storia ci insegna che da noi le cose sono andate in maniera molto diversa. Complice la nostra innata passione per l’arte, fiori e piante non sono mai stati visti come un oggetto di facile guadagno, ma un qualcosa di bello per ornare le dimore patrizie, quindi ad assolvere ad un desiderio di bellezza fine a se stessa e al piacere della vista. Sul Lago Maggiore, il microclima ed alcune particolari condizioni del terreno hanno portato alla nascita di giardini di rara bellezza, come quelli che possiamo ammirare nei dintorni di Stresa, dove le piante acidofile (azalee camelie e rododendri) regnano incontrastate. Niente speculazione quindi , ma la volontà di circondarsi dal bello: quindi cosa aspettiamo anche oggi a rendere i nostri giardini ed i nostri terrazzi un luogo dove rilassarci delle nostre fatiche quotidiane, circondati dalla bellezza delle fioriture primaverili?

Rosso papavero

Più che mai dopo quest’ultimo anno, caratterizzato da una lunga serie di lockdown, c’è voglia di un’esplosione di colori da ammirare all’aria aperta. La natura, anche da sola, ci viene incontro: per esempio con i campi di papaveri che a maggio nascono spontaneamente nelle periferie di molte città nel Varesotto e dell’Alto Milanese. Richiamando anche in questo caso tante persone e l’immancabile esplosione di selfie sui social

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