Il ritorno del Covid-19

di Andrea Mallamo

In che modo le vacanze hanno influito sulla diffusione del Coronavirus e che cosa dobbiamo aspettarci da qui a fine mese: ecco l’analisi e le previsioni di Indice, l’indicatore messo a punto dalla Liuc Business School che finora non ha mai sbagliato

di Chiara Milani

Il quadro è diventato un po’ più sensibile”: soppesa attentamente le parole, l’economista Massimiliano Serati, nella lettura dei dati di Indice, l’indicatore sulla diffusione del contagio effettivo messo a punto dalla Liuc Business School: “Due numeri su tutti: il rapporto tra i casi positivi e i tamponi effettuati è nel mese di luglio praticamente raddoppiato, passando dallo 0,7 percento a circa all’1,5. A conferma che il virus c’è. Il secondo dato è il numero dei ricoverati in terapia intensiva, che durante il mese di agosto è triplicato, salendo da circa 40 a 120 a conferma che il virus è ancora molto pericoloso”. Una fotografia che lascia poco spazio all’interpretazione, quella dell’esperto. E che conferma il fatto che, a differenza degli italiani, il Coronavirus non è andato in vacanza.

Quando il contagio è effettivo

Che cosa significa, però, parlare di contagi effettivi? “Analizzare la diffusione del contagio effettivo significa non andare soltanto a schiacciarsi sui dati ufficiali, intercettarlo solo una parte dei contagi veri. Noi invece andiamo a catturare anche quegli asintomatici che, in quanto tali, spesso non vengono sottoposti a tampone e non emergono”, risponde il responsabile della Divisione Ricerca della Lbs.

Alla Lombardia sempre la maglia nera

Peraltro, il dato peggiore riguarda sempre la Lombardia, salita purtroppo dal 2 agosto al 4 settembre dallo 0,3 all’1,1%.

Il segreto delle previsioni azzeccate

Intanto, questo studio durante il lockdown di solito anticipa di una ventina di giorni ciò che avverrà. Ma come si fa ad ottenere un simile risultato? E che cosa dobbiamo aspettarci, dunque?

Non c’è alcun trucco. Utilizziamo tecniche econometriche raffinate che mescolano dati sulla pandemia con altri dati di contesto, ad esempio quelli sulla mobilità e sul pendolarismo delle persone, che sono chiaramente fattori di rischio rispetto alla trasmissione del virus”, spiega innanzitutto a livello metodologico il ricercatore.

Trend in crescita

Quindi, le previsioni. “Quello che dobbiamo aspettarci tra una ventina di giorni, ahimè, se guardiamo i dati di Indice a inizio mese, è che ci sia ancora una crescita nella curva epidemiologica. Senza allarmismi. Niente di drammatico, però una progressione continua e quindi molta attenzione e molta sollecitudine nelle regole di ingaggio e di prudenza rispetto al Covid-19”.

Finora i dati di Indice sono sempre dimostrati corretti alla prova dei fatti tre settimane dopo, quindi di certo è qualcosa su cui riflettere.

Il trade off tra tutela della salute e dell’economia

Ora, quando si vedono dati del genere c’è la preoccupazione di un secondo lockdown. In tanti però sostengono che l’Italia non se lo posso assolutamente permettere lei. Il nostro interlocutore concorda? “Intanto credo che siamo ancora molto lontani da una possibilità del genere. Finché il sistema sanitario non andrà – e spero che non ci vada – in situazioni di stress, non è all’ordine del giorno. Detto questo, è sempre un trade off (ossia, la scelta, ndr) tra tutela della salute e tutela dell’economia e quando entrambi sono in emergenza è difficile scegliere. In questo momento il Paese è in difficoltà, ma le prospettive di ripresa economica sono accettabili. Chiaro che un nuovo lookdown sarebbe una ferita abbastanza insanabile se arrivasse soprattutto troppo presto, prima che alcune situazioni di ripresa si siano consolidate. Speriamo sicuramente che non sia questo il caso, che non ci si trovi di fronte a una simile situazione”.

Un’iniezione di buonumore

Peraltro è bene ribadire di nuovo che i dati sono preoccupanti perché c’è un trend in aumento, ma non siamo ancora assolutamente in una situazione di emergenza. E speriamo, appunto, di non tornarci mai.

Ciò detto, è importante tenere il morale alto. Ecco perché, in attesa di un vaccino, come “antidoto” il cartoonist Tiziano Riverso propone un’iniezione di fiducia e buonumore formato striscia a fumetti. Gli rubiamo la chiosa: “La parola d’ordine è recovery... e non ricoveri!”.  

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I dati

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Il rapporto tra i casi positivi e i tamponi effettuati è nel mese di luglio praticamente raddoppiato, passando dallo 0,7 percento a circa all’1,5

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Il numero dei ricoverati in terapia intensiva durante il mese di agosto è triplicato, salendo da circa 40 a 120 a conferma che il virus è ancora molto pericoloso

1,1%

Il dato peggiore riguarda sempre la Lombardia, balzata purtroppo dal 2 agosto al 4 settembre dallo 0,3 all’1,1% della diffusione del contagio effettivo

Dopo la Lombardia, è l’Emilia Romagna l’area che desta più preoccupazioni (inclusa la riviera romagnola, classica meta delle vacanze estive) 

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Il 22 agosto è stato l’ultimo giorno in cui in Italia si è registrata una variazione in negativo dell’intensità del contagio (-0.1%)

Lo studio

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Le regioni analizzate da Indice sono  quattro: Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna, a cui si somma il quadro della situazione italiana

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A mettere a punto questo strumento di analisi sono stati tre ricercatori: Massimiliano Serati, Andrea Venegoni e Fausto Pacicco

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L’indicatore della Liuc Business School, messo a punto durante il lockdown, anticipa di 20 giorni i trend delle statistiche ufficiali sulla diffusione del contagio effettivo

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E’ il segno che purtroppo contraddistingue in modo netto i dati sul propagarsi del virus tra la popolazione, anche se non siamo ancora in una fase di emergenza

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