Talento su 2 ruote

di Andrea Mallamo

Colta analisi a tutto tondo del nostro esperto di ciclismo, Luigi Cazzola, su come la bellezza di questo sport si traduca in molteplici opere di differenti discipline, che ne immortalano le gesta eroiche dei campioni

di Luigi Cazzola

Il ciclismo è, da sempre, una fonte di ispirazione per gli artisti, siano essi pittori, scultori, scrittori, musicisti o cantautori. Le imprese dei corridori, le loro vittorie e le loro sconfitte, le gioie e le delusioni, le salite e le discese sono infatti fonte di grande ispirazione per l’arte, nelle sue varie sfaccettature. 

Pittura

Famosissimi pittori italiani del Novecento hanno scelto la bicicletta e i ciclisti come protagonisti di straordinarie  opere d’arte. Nel 1913, uno dei massimi esponenti del futurismo, Umberto Boccioni, rappresentava il Dinamismo del ciclista e, nel 1916, Mario Sironi produceva la splendida opera a olio su tela Il ciclista. Particolarmente affascinato dal ciclismo fu Aligi Sassu, il quale, nella sua carriera artistica,  dipinse vari quadri raffiguranti i ciclisti, descritti nelle loro varie espressioni, come Ciclisti in salita e Ciclisti al traguardo,  entrambi del 1951, o Gruppo di ciclisti alla partenza  e Ciclisti in corsa, entrambi del 1955. Nel 1957, Aligi Sassu creò un murales sul tema del ciclismo ad Arcumeggia, nel museo all’aperto di questo “paese dipinto” situato tra la Valcuvia e la Valtravaglia. In questa splendida pittura murale sono riconoscibili Fausto Coppi, Gino Bartali e Alfredo Binda

Letteratura

Il ciclismo ed in particolare il Giro d’Italia hanno interessato da sempre anche gli scrittori. Dino Buzzati, Vasco Pratolini e Achille Campanile hanno seguito il Giro come inviati delle più importanti testate nazionali e hanno raccontato la corsa attraverso riferimenti letterari. Lo scrittore di Luino, Piero Chiara, nel 1968, seguì la Corsa Rosa come commentatore per la Rai. Inoltre sono stati scritti moltissimi libri sui campioni del ciclismo. Soprattutto, su Coppi e  Bartali, due eroi di questo sport. 

Scultura

Lo stesso Trofeo senza fine, assegnato dal 1999 al vincitore del Giro, con la sua forma a spirale in rame placcato oro 18 carati, è uno dei più iconici della storia dello sport.

Cinema

Pure il cinema ha esplorato il mondo del ciclismo. Emblematico è il film Totò al Giro d’Italia del 1948, nel quale il famoso attore napoletano, per conquistare l’amore di una ragazza, fa un patto con il diavolo per vincere la gara  e battere i campioni dell’epoca tra cui Coppi, Bartali e Magni, i quali presero parte al film in veste di attori. 

Musica

Il ciclismo ha quindi trovato terreno fertile persino nelle canzoni. Il Trio Lescano nel 1951 cantava già la memorabile “Ma dove vai bellezza in bicicletta, così di fretta pedalando con ardor” e poi successivamente anche i cantautori si sentirono ispirati dalle gesta dei ciclisti e dagli intrecci di questo sport con la vita. Paolo Conte nel 1979 scriveva la straordinaria  Bartali, pensando “Oh quanta strada nei miei sandali, quanta ne avrà fatta Bartali, quel naso triste come una salita, quegli occhi allegri da italiano in gita”. Francesco De Gregori nel 1993, lanciava la canzone scritta da suo fratello, Il Bandito e il campione , raccontando  dell’incontro fortuito tra  il campionissimo Costante Girardengo e il bandito Sante Pollastri. “Cento e più chilometri alle spalle e cento da fare, l’orologio prende il tempo e il tempo batte per noi, non c’è più chi perde o vince quando il tempo non vuole, quando la strada sale , non ti voltare, sai che ci sarò” cantava Enrico Ruggeri nel 2000, con la canzone Gimondi e il cannibale, raccontando i sentimenti di due ciclisti per i quali il destino aveva scelto scenari diversi.                                                                          

In f​​​​oto: Il murale di Aligi Sassu sul ciclismo ad Arcumeggia (Foto Benati)

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