Xmas blues

di Andrea Mallamo

Si può essere tristi durante le festività? Camilla Callegari, direttore della scuola di specializzazione in Psichiatria dell’Università dell’Insubria, analizza per noi il fenomeno della malinconia dolce-amara che si può manifestare nel periodo di Natale, con qualche utile consiglio per i nostri lettori

di Camilla Callegari

E’ ormai quasi Natale e quindi ovunque si moltiplicano luci scintillanti, dolci melodie, magia, attesa, ma…cosa resta dopo le Feste, i banchetti, lo stare insieme – se possibile – ai propri cari? Si può davvero essere tristi a Natale?
Tra bilanci e rimpianti

Il Christmas blues degli americani indica un fenomeno piuttosto diffuso: una leggera depressione, una malinconia “dolce”, se è soltanto nostalgia degli assenti perché lontani, ovvero frutto di un bilancio di fine anno non del tutto soddisfacente, diversa da quella ben più “amara” e temibile della tristezza patologica, la ricaduta depressiva per chi ne ha già sofferto o per chi, nel rimpiangere quelli che non ci sono più, è ormai cronicamente solo e senza rete sociale.

Il disturbo affettivo stagionale
Il Christmas Blues va distinto anche dal Disturbo affettivo stagionale, depressione ricorrente per la quale è il cambio di stagione, solitamente autunno/inverno, a giocare un ruolo scatenante, con remissioni in primavera. E tuttavia per ciascuno di questi quadri depressivi “più o meno” clinicamente severi la stagione invernale con meno ore di luce, minore produzione di serotonina e meno tempo trascorso all’aria aperta non può che giocare un ruolo sfavorevole. Anche le più recenti teorie sulla relazione fra depressione e basse difese immunitarie, diminuite da freddo, influenza, commiati conseguenti ai ricongiungimenti temporanei, vuoto dopo la festa, sembrano trovare un vero e proprio riscontro.
Suggerimenti per tutte le “depressioni natalizie”

Se non è certo sempre facile distinguere di quale “depressione natalizia” si sta soffrendo tuttavia alcuni suggerimenti possono essere utili in tutti i casi:
1) Attenzione al “dopo”. Sia per chi si sente triste a Natale, sia per chi è testimone dell’altrui tristezza: i momenti più critici di un lungo periodo di avvicendamento di ricorrenze, sono quelli in cui la Festa langue, ci si saluta, si torna a casa, strade e vie sono non più affollate e rutilanti e la malinconia può quindi prendere il sopravvento. E’ bene non restare soli e riempire questi momenti di calore domestico usuale o anche avvantaggiarsi di una breve tranquilla vacanza.
2) Non sottovalutare la possibile sofferenza degli anziani. Essi non percepiscono facilmente la tristezza, ma possono soffrirne intensamente. Meglio attrezzarsi per tenerli impegnati non solo nelle riunioni ufficiali, ma nella quotidianità senza scandire eccessivamente il calendario festivo.
3) Segnalare alle reti sociali le persone sole e senza riferimenti famigliari.
4) Per tutti quanti: affrontare il Natale, e il suo lungo periodo di festa, senza manifestare sentimenti gioiosamente forzati, ma con spontaneità, permetterà di sperimentare maggiormente la condivisione e di lenire il senso di solitudine. In fondo le feste natalizie possono anche essere un momento per pensare e prendersi cura di sé stessi e per dedicarsi a ciò che più appassiona. Mantenere un contatto con la propria quotidianità e godere delle pur limitate ore di luce, facendo anche un po’ di moto, può senz’altro avere effetti positivi sul benessere psicofisico e ridurre il senso di solitudine e di estraneazione. 

In foto: Camilla Callegari

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