Cambio di paradigma

di Andrea Mallamo

di Anna Gervasoni

Anna Gervasoni, docente di Economia e gestione delle imprese alla Liuc di Castellanza e direttore di Aifi (Associazione italiana del private equity, venture capital e private debt) spiega perché sia necessario creare discontinuità rispetto al pre Covid

Lavorare alla ripresa vuol dire pensare in modo nuovo, cambiare punto di vista e creare discontinuità rispetto a tutto quello che c’è stato prima. Le nuove tecnologie ormai sono state acquisite, soprattutto quelle digitali; sono diventate parte del nostro quotidiano, e anche i più riottosi si sono ritrovati a doverle usare, soprattutto nei periodo di lockdown.

Capitali pubblici e privati

Il loro utilizzo massivo necessita però di grandi e continui investimenti sia per migliorare il rapporto con gli utenti sia per creare e manutenere attive le reti di connessione, fondamentali per l’attività. Su questo serviranno innanzitutto i capitali messi a disposizione dal recovery. Ma il digitale comporterà massicci investimenti e cambiamenti anche nel settore sanitario e nella pubblica amministrazione. In tali aree ci sarà disponibilità di capitali, ma gli investimenti devono essere fatti in modo coerente e coordinato. Per questo è molto importante che capitali pubblici e privati siano impiegati in modo armonico e con una regia.

Ecco perché serve un piano

Serve infatti un piano che miri ad armonizzare e ad implementare le strutture di quella tecnologia necessaria per essere al passo con l’innovazione e con le necessità dei cittadini. 

Anche il settore della mobilità avrà beneficio dai fondi in arrivo e anche qui bisognerà far tesoro delle nuove tecnologie. Non solo per tutto ciò che concerne i nuovi modelli di alimentazione, ma anche per l’utilizzo del digitale e per organizzare i flussi di gestione e amministrazione, soprattutto nel trasporto pubblico locale e non.

Tutto questo comporta un riadattamento delle infrastrutture fisiche e una riprogrammazione degli investimenti che riguarderà anche ciò che è al servizio del trasporto merci oltre che a quello dedicato alle persone. La logistica vedrà forti cambiamenti e gli operatori hanno importanti sfide di fronte a loro.

Come creare uno sviluppo sostenibile

Questo nuovo percorso che ci accingiamo ad affrontare deve però tenere conto del consumo di risorse che facciamo: abbiamo la necessità di rendere il nuovo sostenibile e quindi grande attenzione agli impatti ambientali e sociali. I fenomeni sopra, appena descritti, comporteranno cambiamenti nel mondo del lavoro e anche nuove opportunità di occupazione. Per questo bisognerà però formare i giovani e riqualificare gli attuali addetti ai lavori. Un tema importante che andrà concertato con le aziende dove Atenei e Business School sono oggi in prima linea, impegnati a studiare nuovi corsi a favore di questo cambio di paradigma. La rapidità di adeguamento del sistema passa quindi anche per un riprogettazione di percorsi di laurea e attività di formazione che devono partire subito, senza attendere oltre.

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