Un rapporto esclusivo

di admin

Elisabetta Farioli ricorda il padre Carlo

Nel decennale della scomparsa, la figlia dell’artista bustocco che ha firmato numerose opere, soprattutto ma non solo di arte sacra, parla del rapporto intimo che aveva con il suo mestiere

di Elisabetta Farioli

Ad impressionare è la tensione che si avverte in tutte le opere di mio padre: Carlo Farioli. Sono trascorsi quasi dieci anni da quando è mancato e ancora, ogni giorno, riguardando i suoi quadri scopro qualcosa di diverso, di emozionante, di luci nuove, di forze e passione. Passione che è amore per quello che faceva: il “mestiere del pittore”.

Nulla di scontato 

Spesso l’esistenza del proprio padre la si dà per scontata, così come le emozioni che l’hanno accompagnata. Solo “dopo” ci si rende conto e ci si interroga su come abbia potuto dar vita a quell’opera, che cosa l’abbia spinto a descrivere un soggetto piuttosto che un altro. Capire come non ci sia nulla di scontato in un lavoro a cui lui si è dedicato.

Una vita “consacrata” all’arte

Un rapporto, quello che mio padre ha vissuto con l’arte, quasi morboso, di cui sono stata gelosa. Con lei trascorreva tutto il suo tempo. Lei aveva le sue attenzioni, sempre.  Solo dopo anni ho capito il segreto di questa “relazione”. L’artista vero si deve “consacrare”, deve assecondare gli impulsi dell’ispirazione e lasciarsi trasportare da quelle visioni che attraversano la mente e fermarle su un foglio, una tela bianca, affinché non scappino via.

Un’inconfondibile personalità 

Papà, abile disegnatore, dava alla sua pittura – fresca, chiara ed efficace – un’inconfondibile personalità. Tratti sicuri, scanditi da luci e ombre, accompagnati da una tavolozza di toni accesi, mai violenti. Dai paesaggi del meridione, ai suggestivi scenari di luoghi lontani, visitati nel corso dei numerosi viaggi, fino alle rappresentazioni sacre dove Fede e arte s’incontravano, fondendosi in un’esplosione emotiva e talvolta commovente. Qui, come nella scultura, il confronto con l’Assoluto e la ricerca si fanno sentimento esclusivo e intimo, capace di generare stupore nella spiritualità che sprigiona.

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