Fil rose

di Andrea Mallamo

Nell’ambito della nona edizione del Festival fotografico europeo promosso da Afi, a Palazzo Marliano Cicogna a Busto Arsizio si terranno sei mostre con lavori femminili. In attesa che vengano definite le nuove date, ne abbiamo parlato col curatore della manifestazione, Claudio Argentiero

di Chiara Milani

“Il contributo delle donne alla fotografia è storicamente rilevante, spesso ignorato, con fatica rivalutato, soprattutto nel passato, quando fare la fotografa significava dover imporre delle scelte anche ai propri familiari, oltre che farsi spazio con determinazione, professionalità, arguzia e competenza nell’ambito lavorativo, prettamente maschile”: Claudio Argentiero, presidente dell’Afi (Archivio fotografico italiano) e curatore del nono Festival fotografico europeo, introduce così la decisione di allestire, a Palazzo Marliani Cicogna a Busto Arsizio, sei mostre orientate sulla fotografia al femminile, tra passato e presente, trovando un filo conduttore che è metodo e concetto. Tanto che Argentiero prosegue: “Tutte le autrici si sono occupate dell’ambito umano, della vita sociale, del racconto per immagini, con grande sensibilità favorendo un’empatia con i soggetti per cogliere l’essenza interiore o ambientale”.

Scatti lungo l’asse del Sempione
Ciò nell’ambito della kermesse inizialmente prevista lungo l’asse del Sempione, tra Milano e Varese, dal 28 marzo al 10 maggio, e attualmente rimandata a data da destinarsi a causa dell’emergenza Coronavirus: “Tutto è pronto e noi siamo assolutamente intenzionati a svolgerla comunque più avanti, quando potranno anche partecipare gli ospiti stranieri“, assicura il curatore.
Filo conduttore, L’immagine incontra il mondo, nelle stanze della fotografia. Un calendario espositivo articolato che muove dalla fotografia d’archivio al reportage d’autore, dagli scatti d’arte all’architettura, dalle ricerche creative alla documentazione del territorio.

Un mosaico d’esperienze

Così, mentre a Legnano, Palazzo Leone da Perego, sarà la fotografia umanista internazionale al centro del programma e a Castellanza la villa Pomini ospiterà la fotografia francese, declinata al tema della figura e del corpo, a Busto Arsizio la scelta si è appunto orientata sulla fotografia al femminile. “Non emerge però una lettura tecnica o prettamente giornalistica nel percorso visivo prospettato, che pone l’accento sugli idiomi espressivi di donne che hanno vissuto in epoche diverse, ma che paiono simultanee, non tanto nella tecnica ma nel linguaggio, sempre alla ricerca della bellezza, dell’intimità, della necessità di svincolarsi da griglie mentali per ricercare l’armonia anche quando le situazioni sono avverse”, incalza Argentiero: “Il corpo, la mente, la gioia, gli sguardi, un mosaico di esperienze che svelano un fil rouge interiore che nessuna parola può narrare”.

Le autrici in mostra

A Busto, le autrici in mostra saranno quindi Marianne Sin-Pfältzer, Chiara Samugheo, Marianne Clemènt, Lisetta Carmi e Albertina D’Urso. A loro si sommano, a Castellanza, Vanina Tarnaud e Marèva Druilhe e, a Legnano, L. Mikelle Standbridge, Giuliana Traverso e Marina Macrì (con Edo Prando). Da segnalare, nella Città del Carroccio, anche il video progetto Closer con la regia di Stefania Spadoni, mentre a Milano si potranno ammirare i lavori di Anna Maria Tulli e Lia Stein.

Laboratorio culturale

Questo per quanto concerne le protagoniste del festival, che comunque è appunto più ampio e rappresenta “una sorta di laboratorio culturale che si apre all’Europa, che dialoga con la gente attraverso l’arte dello sguardo e mette a fuoco le aspirazioni, i linguaggi e l’inventiva di artisti provenienti da diversi Paesi”, conclude il curatore, ricordando che sono in calendario oltre quaranta mostre, seminari, workshop, proiezioni, multivisioni, letture dei portfolio, presentazione di libri e concorsi.

In foto: Sofia Loren (Ph Chiara Samugheo)

 

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