Cineturismo, che passione!

di Andrea Mallamo

di Niccolò Comerio e Massimiliano Serati, ricercatori Liuc Business School

Il cinema, sia italiano sia no, è costellato di luoghi che si sono indelebilmente legati alla storia che ospitano, creando suggestioni che hanno reso vivi e senza tempo ambienti e personaggi. Come risultato, la settima arte può diventare un potente mezzo di comunicazione e di promozione turistica per numerosi luoghi, specialmente ogni qualvolta si riesca a immortalarne e narrarne l’identità culturale.

Vacanze da fiction

Si tratta del cosiddetto “cineturismo”, un neologismo coniato proprio in Italia dal direttore artistico dell’edizione 2003 dell’Ischia Film Festival, un festival cinematografico internazionale dedicato esclusivamente alle location del cinema. Tale fenomeno rappresenta una delle tante nicchie del mercato turistico ed è costituita da viaggiatori che si recano in visita ai luoghi utilizzati per le riprese di un film o di una serie TV.

Chi, ad esempio, è stato alla stazione di King’s Cross a Londra per una foto al binario 9 e ¾ reso celebre dalla saga di Harry Potter ha già fatto, anche inconsapevolmente, del cineturismo. O ancora, lo stesso succede in Nuova Zelanda, per chi parte alla scoperta delle ambientazioni de Il Signore degli Anelli.

Dai kolossal alle serie tv

Sebbene risulti complesso quantificare il fenomeno del cineturismo, i numeri dimostrano come le produzioni audiovisive possano generare un effetto positivo sul territorio. Innanzitutto, Federturismo ha stimato in oltre 100 milioni i viaggiatori nel mondo, soprattutto americani e inglesi, che ogni anno sono soliti abbinare la propria vacanza alla ricerca di set cinematografici. 

Con un focus più preciso sul nostro Paese, uno studio condotto da JFC ha poi dimostrato come le produzioni straniere generino un beneficio economico pari a 262 milioni di euro, di cui 200 circa dalle produzioni durante le riprese, e la restante parte dai turisti che scelgono di soggiornare nei luoghi di tali riprese.

O ancora, nel 2019, Expedia ha effettivamente certificato come il cineturismo sia in grado di influire sulla domanda turistica in Italia. Ad esempio, nel secondo trimestre del 2019 a Napoli si è assistito a un incremento della domanda turistica di più del 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, anche grazie a due prodotti culturali come Gomorra e L’amica geniale. Eclatanti sono stati in passato anche i casi della città di Matera, che registrò un aumento del 144% del turismo tra il 2003 e il 2004 in seguito al film The Passion di Mel Gibson, e di Ragusa, con un +48% degli arrivi tra il 2014 e il 2016 grazie alla serie televisiva de il Commissario Montalbano.

Alla ricerca del set

In un mondo sempre più permeato da tecnologia e digitalizzazione, non mancano poi delle vere e proprie App, per rendere ancora interattiva la visita di ambientazioni e location dei film. Ad esempio, CinemaRoma (https://cinemaroma.city) costituisce una vera e propria guida turistica per chiunque la utilizzi mettendo a disposizione una mappa e una lista di tutti i luoghi che hanno fatto da set alle pellicole più famose girate nella capitale. Ogni titolo ha una propria pagina con descrizione, piccola recensione e addirittura un link dove guardare la scena girata nel luogo che si andrà a visitare.

Città in festival

Parlando di cineturismo non si possono certamente dimenticare i festival cinematografici. L’Italia ospita, solo per menzionare i più blasonati, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, seconda per importanza mondiale solo al Festival di Cannes, e il Festival del Cinema di Roma. Tali eventi costituiscono delle vere e proprie vetrine, in grado di attrarre grande pubblico, che può includere professionisti dei media, appassionati di cinema, ma anche numerosi curiosi e turisti, con conseguenti ricadute positive su tutto il territorio.

Lombardia Superstar

I dati fin qui discussi dimostrano come cinema, festival cinematografici e cineturismo possano costituire quindi una risorsa fondamentale soprattutto per un Paese come il nostro, che deve saper ripartire, anche dopo la “pausa” pandemica, dal proprio bagaglio storico-culturale, facendolo divenire un biglietto da visita nel mondo.

Nel Varesotto, la città di Busto Arsizio, grazie soprattutto al B.A. Film Festival, si candida come un potenziale forte attrattore per chiunque sia interessato a tale nicchia di mercato. La finalità comune deve essere quella mettere in luce location del territorio varesino e, più ampiamente, lombardo. Luoghi magari oggi ancora poco conosciuti, ma di grande impatto dal punto di vista visivo, socioculturale e, perché no, anche economico. È la stessa guida Lombardia Superstar redatta proprio da Regione Lombardia a raccogliere i 100 più importanti film tra quelli girati nel nostro territorio, capace di “offrire a registi e sceneggiatori scenari diversissimi e singolarmente eccezionali”.

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