La terapia dell’incontro

di Andrea Mallamo

Nicola Poloni, professore dell’Università dell’Insubria e neo direttore della Psichiatria dell’ospedale di Luino, parla del desiderio e dell’importanza di tornare a riunirsi , seppur in sicurezza

di Nicola Poloni

Nel corso dell’ultimo anno e mezzo si sono susseguiti una serie di eventi imprevedibili che ci hanno trovato del tutto impreparati: a una fase di terrore e sgomento di fronte a una minaccia subdola e sconosciuta, è seguito un periodo dove le persone hanno cercato di mobilizzare le proprie risorse personali e si sono unite per fronteggiare questo terribile nemico. Come sul piano psicologico poteva essere prevedibile, il fatto che questa mobilitazione collettiva non abbia determinato la sconfitta del virus e la rapida fine della pandemia ma, al contrario, si sia dovuta confrontare con un radicale e prolungato cambiamento delle abitudini di vita, ha determinato l’insorgenza di un crescente disagio psichico. Questa condizione di sofferenza ha colpito sia persone fino a quel momento della loro vita sufficientemente strutturate ed equilibrate sia, a maggior ragione, persone già in difficoltà.

L’importanza della condivisione

Tra i tanti elementi che hanno contribuito a radicare nelle persone un sentimento di ansia e di angoscia, spesso difficilmente gestibile, non appare secondario quello del venir meno della possibilità di festeggiare in maniera sociale e condivisa sia le festività collettive, come il Natale, sia quelle più personali come, ad esempio, i compleanni. Le limitazioni cui ci hanno costretto i provvedimenti restrittivi tesi a limitare la diffusione del contagio hanno certamente reso più difficile l’organizzazione di quei momenti di condivisione serena e gioiosa che vivono le famiglie e i gruppi di amici nelle occasioni di festa. Tale situazione rischia di accentuare sentimenti depressivi che, anche al di fuori delle festività, hanno caratterizzato l’esperienza di molte persone durante la pandemia e che il rallentamento dei ritmi di vita quotidiana e la trasformazione dell’atmosfera delle città addobbate a festa possono accentuare, spingendo a una maggiore riflessione sulla rarefazione delle relazioni sociali e sulla propria solitudine.

La traccia interiore indelebile

Per questo motivo, appare estremamente importante cercare di affrontare il prossimo periodo delle festività natalizie con il giusto spirito e, rispettando le misure di distanziamento fisico, organizzare momenti di condivisione. Le feste rappresentano, infatti, eventi rituali che sono molto importanti per sostenere il senso di sicurezza, di continuità e coesione dell’identità personale e, di conseguenza, la mancata possibilità di festeggiare sviluppa nelle persone sentimenti di insicurezza e fragilità. Si tratta quindi di recuperare, secondo modalità accettabili e sicure, la possibilità di festeggiare. Cercando di ricordare sempre che la vicinanza empatica che si realizza tra le persone che partecipano a una festa lascia una traccia positiva indelebile nella nostra interiorità perché, come diceva la poetessa americana Maya Angelou: “… le persone possono dimenticare ciò che hai detto, le persone possono dimenticare ciò che hai fatto, ma le persone non dimenticheranno mai come le hai fatte sentire”.

Un sollievo al disagio

Semplicemente per questo motivo, riunirsi con le persone a cui si è affettivamente legati e trascorrere alcuni momenti di serenità e spensieratezza in occasione delle prossime festività natalizie può costituire, in questa situazione di sottile e prolungata tensione legata alla pandemia, un elemento a elevata valenza terapeutica rispetto al disagio psichico che molte persone hanno sviluppato negli ultimi mesi.

Articoli Correlati