“Allergie: è epidemia”

di Andrea Mallamo

Se da un lato si registra un boom di dermatiti atopiche, riniti allergiche e attacchi d’asma, dall’altro il Covid-19 ha dato nuovo slancio alle cure. A spiegarlo è Gianluigi Marseglia, presidente della Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica

di Chiara Milani

“E’ un’epidemia, esattamente come il Covid-19, perché almeno 4 individui su 10 di età inferiore a 14 anni soffrono di patologie allergiche in generale. Quindi, si può parlare a buon diritto di epidemia”. Lo scandisce a chiare lettere, Gianluigi Marseglia, direttore della clinica pediatrica dell’università di Pavia e presidente della Società italiana di allergologia e immunologia pediatrica, che ha lanciato l’allarme per il boom di allergie tra bambini e ragazzini. 

Il link tra genetica e ambiente

In concomitanza con la primavera – che, se da un lato vede il sole far bene alle dermatiti atopiche, dall’altro per via dei pollini fa registrare l’aumento di riniti allergiche ed episodi di asma – alla trasmissione Prospettive l’esperto ha spiegato il link tra genetica e ambiente. Per capire, per esempio, come mai se nei Paesi occidentali viaggiamo verso il 50% di allergici sotto i 14 anni, in altre aree, per esempio in Africa, le percentuali sono molto più basse”. 

Il caso del Muro di Berlino

In collegamento dal Policlinico San Matteo a Pavia, Marseglia ha citato l’esempio del Muro di Berlino: “Esso aveva separato in due una popolazione con la stessa genetica, esponendo coloro che vivevano nella parte occidentale alle modificazioni ambientali dei paesi sviluppati in termini di stile di vita, di modalità di riscaldamento e così via. Come conseguenza la percentuale di allergici nella Germania occidentale era altissima, mentre era molto più bassa nella Germania dell’Est, dove erano invece presenti più problemi di bronchite cronica conseguenti al maggior inquinamento dovuto all’uso del carbone per il riscaldamento. Con la caduta del muro i tedeschi dell’Est si sono occidentalizzati e in pochissimo tempo la percentuale di allergici si è equiparata a quelli dell’Ovest. Tutto questo per sottolineare come nei Paesi occidentali ci troviamo di fronte a una situazione emergenziale, assimilabile alle grandi epidemie infettive e non infettive, come l’obesità e la sindrome metabolica”.

Medicina di precisione e gli strumenti ai tempi del Covid

Cosa fare allora di fronte a queste percentuali di malattie allergiche in continua crescita di cui oltretutto non possiamo prevedere l’evoluzione in termini di gravità nel tempo? Gli esperti stanno cercando di trovare delle risposte, sia sul fronte della ricerca di base, sia sul piano clinico. Con l’ausilio della medicina di precisione. E grazie a telemedicina e artificial intelligence: strumenti che l’emergenza Covid-19, tra tutti le sue ricadute nefaste, ha almeno aiutato a sviluppare.

Tra telemedicina…

“Stiamo allestendo dei sistemi per la gestione telematica a distanza dei bambini allergici e questo ha diversi vantaggi. Un primo beneficio è sul piano economico perché, non dovendosi spostare, i genitori non sono costretti a perdere giorni di lavoro per portare i bambini a fare le visite. Inoltre, i controlli a distanza consentono inoltre un monitoraggio strettissimo”, aggiunge il presidente della Siaip: Per esempio nel caso di un piccolo paziente asmatico possiamo chiedere a lui o ai suoi genitori di eseguire ripetute spirometrie i cui risultati ci consentono di modulare la terapia sulla base delle modificazioni osservate”. 

…e intelligenza artificiale con i big data

Un altro aspetto in via di sviluppo è rappresentato poi dalla realizzazione di un progetto all’avanguardia di intelligenze artificiale con i big data. Un conto infatti è valutare informazioni relative a poche decine o centinaia di pazienti, un altro è raccogliere i dati di migliaia di pazienti affetti da una malattia allergica. “Si tratta di informazioni che potranno consentire di migliorare la gestione diagnostica e terapeutica dei nostri pazienti”, conclude ottimista Marseglia.

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