La riscossa dei tecnici

di Andrea Mallamo

Giuseppe Carcano, da settembre alla guida dell’Ufficio scolastico provinciale, analizza i nuovi trend del settore: dalla scelta della scuola superiore all’onda verde che contagia molti istituti

di Chiara Milani

Come dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Varese è “primino”. Ma il territorio lo studia da decenni. Basti pensare che del Ferraris di Varese è stato alunno, poi padre di una studentessa e quindi preside. Giuseppe Carcano si è presentato dunque ben preparato alla sua prima campanella in qualità di quello che una volta veniva chiamato “provveditore”.

Prepariamo i bambini al lavoro che ancora non c’è”

Appena iniziata la scuola, per molti genitori è già tempo di pensare a dove iscrivere i propri ragazzi al ciclo successivo. Ma come orientarsi nella scelta al giorno d’oggi? “Non facile, anche perché qui c’è un’offerta formativa ricchissima, sia statale sia paritaria, con un’ottima complementarietà e tradizioni anche private importanti per la scuola dell’infanzia come per gli altri cicli: ad esempio, i collegi arcivescovili o una realtà come la Olga Fiorini, che ha portato sul territorio tante novità”, commenta Carcano, che prosegue: “Inoltre, tutto evolve molto velocemente. Non dimentichiamoci che si dice che, chi oggi va in prima elementare, farà un lavoro che al momento non esiste. Abbiamo comunque scuole d’eccellenza. Licei che, per chi può farli, assicurano la formazione tradizionale italiana, con una forte cultura di base e dunque plasticità per l’evolversi delle professioni. E poi abbiamo il settore tecnico e professionale, che finalmente da noi rappresenta un trend in crescita: è il risultato di anni di lavoro”.

Cala l’appeal dei licei

Infatti, secondo i dati d’avvio anno diffusi dall’Ufficio scolastico regionale, se nel Varesotto gli alunni delle scuole professionali restano stabili e simili alla media della Lombardia (14,4% contro 15,4%), nella nostra provincia la percentuale di liceali è oggi uguale a quella degli studenti degli istituti tecnici (pari a 42,8% per entrambi, contro una media lombarda del 47.1 per cento per i primi e del 37,6 per i secondi). Mentre lo scorso anno c’era un gap di 4 punti (44,3 contro 40,2%). “Penso che questi numeri vadano letti alla luce del nostro sistema produttivo, che è pronto ad assorbire i diplomati di certi ambiti”, spiega il dirigente, che aggiunge: “Ciò al di là di casi di mismatch, come quello emblematico delle materie plastiche: anche se qui i ragazzi non farebbero fatica ad essere assunti, c’è un solo corso al Newton, che fa fatica ad andare avanti. In tal caso, penso serva un appeal migliore, perché oggi la parola plastica è tabù, ma il settore è ancora un’opportunità, anche per le ragazze”.

Formazione professionale, nuovo repertorio

Peraltro, a livello regionale, è stato anche appena presentato il nuovo repertorio della formazione professionale, che fotografa l’evoluzione in corso. “Un esempio su tutti è il fatto che ora si prepari l’operatore di faberlab, che lavora su stampanti 3D”, cita il provveditore, che sul tavolo ha un fico d’india che in realtà è un depuratore d’aria, ed è costruito con un cartone trattato con estratto di conchiglie, quindi un materiale bio, per resistere nel tempo.

Scuole sempre più plastic free

A proposito di ultime tendenze, quella green spopola in molti istituti. Con tante piccole, grandi iniziative plastic free, per esempio tramite borracce e fontanelli, ma anche grossi interventi, come la recente inaugurazione della secondaria di primo grado Pellico a Varese: “Una scuola a impatto zero, di cui gli scolari si sentono ora responsabili per le generazioni future”, sottolinea soddisfatto Carcano.

Forniamo alti contenuti, ma non abbiamo contenitori all’altezza”

Certo, oltre ad avere istituti “verdi”, è fondamentale che siano anche sicuri. Visto che, anche nel recente passato, dall’Alto al Basso Varesotto alcuni hanno subito qualche pericoloso crollo. “La manutenzione degli edifici è una priorità, anche se non è facile, perché c’è un patrimonio immenso che ha oltre un secolo. Laddove però ci sono amministrazioni sensibili e genitori responsabili, che spesso danno una mano, si trovano anche tante soluzioni, pure per rendere meno grigi i plessi scolastici. Del resto, è giusto che i nostri ragazzi studino in aule all’altezza degli insegnamenti che ricevono”.

I giovani vogliono ancora cambiare il mondo”

Ma gli studenti come vedono il domani? “Si dice che siano scoraggiati, ma è perché hanno di fronte adulti che lo sono. In realtà, i giovani hanno da sempre sogni da realizzare…Dove incontrano insegnanti innamorati del proprio lavoro, ciò avviene, in qualsiasi materia”, risponde il dirigente, che chiosa”: C’è una potenzialità immensa, dobbiamo rispondere. Ripartendo dalla scuola per dare all’Italia un futuro migliore”.

In foto: Giuseppe Carcano nel suo ufficio

 

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