Poetando

di Andrea Mallamo

Luisa Cozzi, direttore editoriale della testata di video-poesia, insegue la linea performativa e metapolitica della poesia italiana, mettendo sotto il riflettore il poeta “attivista“, capace di incidere sul linguaggio e sulle coscienze

di Filippo Brusa

Nata a Legnano nel 1971, in un accenno di primavera e nel giorno di San Patrizio, Luisa Cozzi, direttore editoriale di Poetando (la trasmissione di video-poesia in onda alle 23.10 del sabato e della domenica su Rete 55), ha una nuova direttrice editoriale: Luisa Cozzi.è figlia d’arte, come lei stessa confessa: «Il mio rapporto con la poesia e i poeti è complesso, nasco da una madre che ha scritto canzoni e poesie, è morta prematuramente, misconosciuta, lasciandomi in eredità il suo quaderno colmo di note, versi, viaggi e la sua cetra da tavolo che lei, probabilmente, suonava nella propria stanza».

Con il suo arrivo come direttrice editoriale, Poetando ha assunto maggior respiro, coprendo tutto il panorama nazionale e dedicandosi in particolare alla fucina letteraria milanese. Come sceglie gli autori protagonisti del nuovo corso della trasmissione?
I poeti, gli intellettuali e i critici letterari che vengono invitati a Poetando per parlare delle loro produzioni debbono innanzitutto essersi distinti, avere un segno distintivo, appunto, una storia da raccontare e la loro propria, specifica cifra espressiva. Non solo devono avere già pubblicazioni al loro attivo, e non solo devono essere presenti nella città di Milano, dove tutto accade, relativamente al fermento intellettuale e alla produzione editoriale, ma debbono anche essere promotori di iniziative culturali e di proposte e attività legate alla diffusione della poesia. Quello che cerco è un poeta “attivista” se così si può dire, con una personalità propria, coraggiosa e non “epigonale”. Uno scrittore o un artista che sceglie quel linguaggio per apportare un cambiamento (piccolo o grande) che smuove le emozioni e, magari, attraverso la parola scritta, anche le coscienze.
È particolarmente attenta alla poesia performativa. Può riassumerne i tratti e indicare gli autori salienti?
L’attenzione alla poesia performativa (aggettivo che Poetando ha accostato alla poesia) ha un’accezione impegnativa, nel senso che non tutta la poesia che si produce e propone lo è, anzi in Italia è quasi una rarità. Per semplificare, cerco tutta quella produzione che s’innesta e arriva dalla tradizione poetica che si rifà alla linea dantesca. Qualcuno la chiama civile, io invece penso che, dicendo civile, la stiamo diminuendo e per questo parlerei invece di poesia metapolitica.
La poesia si fonda sulla componente ritmico sillabica che ha conosciuto nel corso dei secoli forme nuove come quelle da cui ha preso il via il cosiddetto verso libero. Come interpretano e costruiscono il verso gli autori che propone a Poetando? La “musica” per loro è ancora un’esigenza vitale?
Restando nel flusso della tradizione, direi che nel Terzo millennio anche le scelte di ritmo e stile hanno una loro cifra e sono esse stesse espressione di cambiamento, ma non sono più fondamentali per comporre poesie. Per esempio chi produce testi Rap sta scrivendo poesie in endecasillabi, con rima baciata o concatenate, spesso vengono utilizzate allitterazioni e figure retoriche come la metafora e la similitudine.

In foto: Luisa Cozzi, direttore editoriale di Poetando

 

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