Doppi auguri

di Milani

Il bicentenario di Villa Brambilla, sede del Comune e gli ottant’anni dell’artista concittadino Giancarlo Pozzi, celebrati con un’ampia antologica del maestro castellanzese. La mostra, intitolata “Come forme di luce”, allestita a Villa Pomini, rimarrà in calendario sino al 6 gennaio 2019

di Elisabetta Farioli

Due ricorrenze, una grande mostra e la città diventa protagonista. Per oltre un mese Castellanza celebrerà i due secoli dell’edificio voluto da Cesare Brambilla. La costruzione, affidata al cantiere di Pietro Pestagalli fu terminata, in ogni sua finitura, nel 1818. Dal 1921 il palazzo neoclassico, ospita gli uffici dell’Amministrazione Comunale. Accompagnano i festeggiamenti, oltre all’esposizione, una nutrita serie di appuntamenti ed eventi.

La mostra

Oltre cento le opere esposte, lavori che attraversano gran parte della ricerca dell’artista, oltre agli ultimi lavori realizzati in occasione dell’evento. Filo conduttore, la poesia, elemento che contraddistingue l’ispirazione e la narrazione di Pozzi che qui, nella produzione più recente prende forma dalle parole di Roberto Sanesi e Pablo Neruda, quest’ultimo amato dall’artista in particolar modo, come testimoniano le dieci incisioni dedicate alla poesia Terra tradita. Il percorso della mostra, a cura di Luigi Cavallo e Oretta Nicolini, si snoda sui tre piani dell’edificio e si apre con le sculture. Tra queste, gli alberi delle mele bacate e delle pere fasulle, il cercatore di semi, realizzate in legno; le ceramiche e i preziosi libri d’artista. Al primo piano invece viene presentata una serie di quadri di diversi periodi, incisioni, acrilici e tempere oltre a due tele di grande formato (200cm x 200cm).

Avrei voluto dire… l’opera che celebra gli 80 anni

“E’ il quadro più recente, la sintesi di tutto il mio lavoro”, spiega Pozzi: “Ognuno di noi nella vita avrebbe voluto dire o fare cose che poi, per diversi motivi, non ha potuto realizzare… Ho rappresentato un personaggio inondato dalle lettere in volo di un alfabeto sopra le quali, strisce di carta svolazzanti, indicano i pensieri che si liberano nello spazio”. Un’opera che pare assumere i connotati di un “diario”, il racconto di un vissuto presente dove si manifestano rivelazioni, intime inquietudini, parole taciute e sfoghi emotivi dell’artista, di carattere chiuso e taciturno. Un quadro importante ripreso in ogni passaggio nella realizzazione – dal disegno, alla stesura del colore, fino al termine dell’opera –  in un video messo a disposizione al pubblico. In tutte le opere di Pozzi si incontrano elementi, forme e fili leggeri, sospesi, che fluttuano nello spazio, dando vita alla narrazione del suo racconto artistico.

La magia del vento, un vortice d’ispirazione

“Sono attratto da tutto ciò che vola e dal vento che amo dipingere. In particolare sono attratto dalle foglie che nelle giornate ventose si staccano dai rami e come in una danza si lasciano trasportare fino a toccare terra”, commenta il festeggiato: “Le evoluzioni che disegnano: mi affascinano i movimenti a spirale, i vortici, la leggerezza che diventano musica e silenzio. Trovo molta poesia in questi momenti: sensazioni che cerco di trasmettere nei miei dipinti. Bisognerebbe apprezzare di più il silenzio e la solitudine, cercando di captarne tutta la bellezza e l’armonia, per conoscere e scoprire il proprio carattere, se stessi e i nostri pensieri più profondi…”.

Elementi aniconici in movimento

L’opera di Pozzi, maestro dell’incisione, è abitata da elementi aniconici in movimento, a volte sparsi e solitari, altre volte calamitati verso un orizzonte, altre volte ancora pare esplodano come in un tripudio di colori e luce, al quale è chiamato chi osserva. Un richiamo a un dialogo, a uno scambio di emozioni, a un trasporto che accompagna all’interno dell’opera in un viaggio nella libertà, tra sogno e reale, sincerità e abbandono. Dove l’io diventa solo profilo e riverbero: “Come forme di luce…”. Questo è l’invito dell’artista.

 

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