Elogio della naturalezza

di Andrea Mallamo

“Basta composizione baroccheggianti, troppo opulenti e compatte: c’è bisogno di spazio per le nostre cose, per i nostri pensieri e anche per i nostri fiori”, spiega il floral designer Marco Introini, di Gallarate, che questa primavera invita a prendere ispirazione dal Nord Europa e dall’Estremo Oriente

di Marco D. Introini

Dopo anni e anni di composizioni decorative e baroccheggianti, sature di fiori e di colori, finalmente il mondo della fioristica sta cambiando direzione, anche se lentamente e con circospezione. Sempre più attenzione viene così dedicata alla parte botanica delle composizioni e dei mazzi, che si arricchiscono di nuove varietà floreali, di fronde, frutti e ramaglie. Non perché prima certi materiali non esistessero, ma semplicemente perché il loro uso era molto limitato dalle convenzioni e dall’abitudine.

Sempre più spesso, del resto, si è alla ricerca dell’unicità di un qualcosa, che ci fa sentire ancora più gratificati, e in campo floreale per raggiungere l’unicità di un composizione esistono due strade fondamentali. Ovvero, sviluppare la parte botanica oppure quella tecnica/stilistica. L’uso, ad esempio, dei rami fioriti, ci ha abituato a mazzi di dimensioni più importanti, talvolta anche più durevoli e dalle forme più irregolari.

Quando la leggerezza diventa una necessità

Davvero a lungo ci eravamo adagiati su composizioni e mazzi troppo compatti, pieni di fiori di diversi tipo e foggia, ma un po’ compressi fra loro, come se lo spazio fosse qualcosa di brutto da vedere. Ora invece ci accorgiamo che l’uso sapiente dello spazio conferisce ai lavori floreali una grande leggerezza, così come anche l’utilizzo di graminacee o essenze erbacee. E’ una sorta di metafora della vita, dove l’eccesso di opulenza è arrivato a dare quasi fastidio. Ciò che è troppo compatto ci pare asfittico, la leggerezza ormai diventa una necessità: c’è bisogno di spazio, per le nostre cose, per i nostri pensieri e anche per i nostri fiori. Nelle culture orientali e nordiche, questo modo di approcciarsi all’arte floreale è ben più radicato che da noi: siamo infatti mediterranei e siamo quindi abituati all’opulenza ed alle esplosioni di colori.

Con lo sguardo rivolto oltre il Mediterraneo

Nei lavori di fioristica tipici del Nord Europa si percepisce maggiormente il senso di leggerezza, legato innanzitutto all’uso di colori chiari e meno saturi dei nostri, e poi all’utilizzo sapiente delle linee, che risultano sempre bene evidenti e aggraziate. In Estremo Oriente le linee poi diventano sempre più rarefatte e “minimal”, specie se osserviamo le classiche composizioni in stile ikebana, uno che ha origini antichissime nel Paese del Sol Levante. Lì il senso di leggerezza è davvero tangibile, perché la composizione di fiori è qualcosa che unisce il “terreno” all’ ”etereo”, l’umano, al divino.

Decorazioni fai-da-te

Allora, cimentiamoci anche noi nel realizzare mazzi “in leggerezza” nelle nostre case. La natura in primavera ci agevola con una grandissima serie di rami fioriti, la cidonia, il lillà, la forsizia, il prunus e molti altri ancora. Componiamoli in un vaso alto, lasciando i rami ben distanziati fra di loro ed utilizzandoli per adagiarci steli di graminacee, che con la loro evanescenza rendono aerea la composizione. E poi sbizzariamoci con fiordalisi, anemoni, ranuncoli, roselline, fiori di clematis o addirittura tralci di passiflora fiorita. Avremo una decorazione importante e di grandi dimensioni, ma che ci donerà una grandissima sensazione di naturalezza. Perché, nel quotidiano, naturalezza e leggerezza ci rendono migliori le giornate.

In foto: Mazzo in leggerezza realizzato da Claudio Montecampi

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