Turista? Fai-da-te

Ospitalità: oltre la metà delle transazioni effettuate via Internet

di admin

di Nicolò Comerio

60 milioni di italiani si sono trasformati in altrettanti tour operator amatoriali tramite i colossi delle prenotazioni online, anche se il settore in Italia non ha vissuto la prevista estate da record per via della brusca frenata delle prenotazioni in agosto a causa dell’effetto combinato dell’aumento dei prezzi e dell’erosione del potere d’acquisto dei viaggiatori

Doveva essere un’estate da record per il settore turistico italiano, con le stime dell’Istituto Demoskopica che, a inizio stagione, avevano quantificato in 68 milioni i turisti che durante le vacanze si sarebbero dedicati alla scoperta del Belpaese, per un totale di 267 milioni di pernottamenti e una spesa complessiva di circa 46 miliardi di euro, il valore più alto dal 2000 a oggi. Tuttavia, secondo i dati di Federturismo, nel mese di agosto si è registrata una frenata del tutto inattesa, con cali della domanda anche fino al 30% nelle destinazioni meno tradizionali, principalmente a causa dell’effetto combinato dell’aumento dei prezzi e dell’erosione del potere d’acquisto dei viaggiatori.

Un settore sempre più digitale e fai-da-te

Sin dai mesi più bui dell’emergenza connessa al Covid-19, un ruolo determinante nella ripresa è da imputarsi alla rivoluzione digitale, che promette di rilanciare il settore e di rispondere alle nuove esigenze dei consumatori. Secondo i dati dell’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano, si è assistito a un’importante accelerazione nell’utilizzo dei canali eCommerce al fine di organizzare in autonomia i propri viaggi, superando di slancio i valori pre  pandemici. Ad esempio, il 51% delle transazioni del 2022 nel segmento dell’ospitalità è stato svolto utilizzando internet, in netta crescita rispetto al 44% del 2019. Complessivamente, il fatturato del 2022 realizzato mediante i canali on-line si è attestato a 16,4 miliardi di euro contro i 14,6 miliardi del 2019. O ancora, nel caso dei trasporti l’incidenza dell’eCommerce sfiora il 68%, rispetto al 55% del 2019.

Una ripresa in chiaroscuro

Contestualmente al turismo fai-da-te è ripartito anche quello “organizzato”, vale a dire tour operator, consulenti di viaggio, Online Travel Agencies (OTA) e Global Distribution System (GDS). Dati alla mano, però, è evidente la differenza di performance tra i canali più tradizionali e quelli on-line: i tour operator nel 2022 hanno complessivamente fatturato solo il 70% rispetto al 2019, a cui aggiungere il -19% realizzato dalle agenzie di viaggio.

Ciò conferma una tendenza ormai in atto da anni, che vede il numero di operatori del comparto contrarsi progressivamente, soppiantati da colossi come Expedia e Booking, che hanno “trasformato” 60 milioni di italiani in altrettanti tour operator amatoriali.

Tuttavia, i danni conseguenti alla pandemia sono stati tutto sommato contenuti: tra chiusure di imprese e ristrutturazioni organizzative, il numero complessivo di dipendenti è diminuito di “solo” il 4,5% tra il 2019 e il 2022, una performance resiliente per un settore che è letteralmente andato in stand-by per mesi a causa delle restrizioni. 

Digitale: rischi…

Con il diffondersi delle prenotazioni fai-da-te è aumentato inevitabilmente anche il rischio d’incappare in vere e proprie truffe, ideate da soggetti che sfruttano le opportunità offerte dai portali presenti sul web per approfittare dell’inesperienza di molti consumatori.

In vista dell’estate, l’associazione Consumerismo No Profit ha provato a delineare il quadro delle truffe più comuni in cui si può incappare prenotando una vacanza on-line. Il rischio maggiore è certamente quello degli annunci a prima vista attraenti, ma totalmente falsi, corredati da foto e descrizioni di immobili che in realtà non esistono e che, sovente, richiedono in toto o in parte pagamenti anticipati, che si traducono in perdite di denaro da parte dei potenziali affittuari. Un secondo rischio è quello di incappare in siti web che sembrano in tutto e per tutto agenzie di viaggio, senza in realtà esserlo. Questi siti sono soliti offrire pacchetti molto vantaggiosi in termini di prezzo: tuttavia, una volta effettuati i pagamenti, i consumatori non ricevono la documentazione per poter effettivamente partire. Infine, attenzione all’onnipresente pishing, vale a dire e-mail provenienti, in apparenza, da compagnie aeree, hotel o agenzie di viaggio ma che, in realtà, sono finalizzate al furto di dati personali o finanziari.

…ma anche opportunità!

Uno dei trend emergenti del settore è il cosiddetto neverending tourism (letteralmente “turismo infinito”) da intendersi come il prolungamento dell’esperienza turistica sia prima sia
dopo il viaggio, proprio per mezzo di contenuti on-line. Ad esempio, prima di un viaggio viene offerta la possibilità di prepararsi “digitalmente” ai luoghi da visitare, mediante guide, consigli o una vera e propria assistenza per la personalizzazione. Oppure, successivamente al viaggio, è possibile proporre ai turisti prodotti e contenuti enogastronomici, culturali o di artigianato locale da acquistare o di cui fruire su apposite piattaforme on-line.

Ecco che il ricorso al fai-da-te e al digitale può diventare in questi casi un’interessante opportunità di business, consentendo di andare oltre l’offerta tradizionale e favorendo una commistione forte tra viaggiatori e territori ospitanti.  

I dati sembrerebbero confermare questa tendenza. Secondo uno studio condotto da BVA Doxa, società italiana di consulenza, insieme all’Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo del Politecnico di Milano, nel corso del 2022 circa il 33% dei turisti ha acquistato tramite canali eCommerce prodotti legati alle località visitate, una quota in forte aumento rispetto al 12% del 2019 e al 9% del 2018. Inoltre, il 12% delle strutture ricettive offre ormai stabilmente la possibilità di acquistare prodotti tipici delle destinazioni.

E l’Italia?

Il Ministero del Turismo è al lavoro per dotare il Belpaese di un portale (Italia.it) che consenta a ciascun turista fai-da-te di fruire di una serie di servizi e informazioni geolocalizzate e il più possibile personalizzate. La tecnologia non deve quindi far paura ma, al contrario, va incanalata nella giusta direzione, adoperandola nella maniera più appropriata possibile.

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