Ci siamo lasciati alle spalle da poco il Carnevale e rieccoci già pronti a misurarci con le dolci proposte della Pasqua. Per gli anziani c’é una buona notizia: un pezzetto delle uova dei nipoti fa bene alla salute. E, soprattutto alle nonne, anche al morale. Ce lo spiega la dietologa dell’ospedale di Saronno, Milena Colzani
Fondenti, al latte, al cioccolato bianco… come non cedere al desiderio di assaggiare le uova di Pasqua? La buona notizia é che resistere a questa tentazione sarebbe non soltanto crudele, ma anche poco salutare.
Il cioccolato un alimento che si ottiene dai semi della pianta del cacao, originario del Messico dove i Maya (i primi a coltivarlo) si resero conto dell’effetto “terapeutico” dei derivati di questa pianta, capace di guarire le malattie della mente e del corpo. Demonizzato da sempre nelle diete dimagranti per la sua alta densità calorica (circa 500 Kcal. per 100 grammi di cioccolato fondente, così definito per un contenuto di cacao e pasta di cacao comprese tra il 55-70%), oggi é stato “sdoganato” per l’azione antiossidante e regolatrice dell’omeostasi vascolare e di prevenzione delle malattie come Morbo di Alzheimer e di Parkinson. Ciò grazie alla presenza di magnesio e flavonoidi (polifenoli e catechine). Senza dimenticare la proprietà antianemica, legata al ferro che vi é contenuto.
Per via del basso contenuto di zuccheri, il cioccolato fondente ed extrafondente (ossia con percentuale di cacao superiore a 75) è addirittura l’unico dolce consentiti ai diabetici.
Il discorso cambia se parliamo di uova pasquali al latte: in questo caso aumenta sia il contenuto di zuccheri sia quello di grassi saturi (di origine animale) e di colesterolo.
Non solo: si sente spesso ripetere che i diamanti siano i migliori amici delle donne, ma che dire dell’azione antidepressiva del cioccolato? La presenza di alte concentrazioni di triptofano, l’aminoacido precursore della serotonina – nota come l’“ormone della felicità” – fanno di questo alimento una vera fonte di serenità e benessere che aiuta anche a combattere la cosiddetta “fame nervosa”.
Tuttavia non vi sono soltanto benefici: attenzione alle calorie (soprattutto se si parla di cioccolato al latte), al contenuto di nichel e tiamina, che possono favorire le crisi emicraniche, e di caffeina e teobromina, che possono causare tachicardia.
Se il consumo non é eccessivo – una barretta media di circa 40 grammi – i vantaggi superano comunque di gran lunga gli svantaggi.