Nuovo è sempre meglio?

di Andrea Mallamo

Milena Colzani, specialista in Nutrizione Clinica all’ospedale di Saronno, ci spiega i pericoli per la salute legati all’attenzione maniacale al cibo che si mangia: un fenomeno che si sta sempre più facendo strada tra la popolazione, anche più agée, a discapito delle vecchie, buone abitudini alimentari:“In Italia ci sono 6 milioni  di celiaci per moda che corrono seri rischi”

di Milena Colzani

Siamo tutti affascinati dal nuovo: l’ultimo telefonino, l’ultima app,l’ultimo modello di qualsiasi cosa… In medicina non è molto diverso: in campo nutrizionale, per esempio, assistiamo al fenomeno delle “diete alla moda”, che hanno come comune denominatore la demonizzazione dei singoli nutrienti e delle proporzioni tra i vari macronutrienti alla ricerca della ”ricetta magica” per perdere peso o ritardare il processo d’invecchiamento. 

“Non esistono cibi buoni o cattivi”

La nutrigenetica e nutrigenomica, che sono branche della medicina che studiano come alimentazione e geni s’influenzino a vicenda, indicano che non esistono “cibi buoni o cattivi“ o una dieta universale, adatta a tutti. Piuttosto, ci sono pattern dietetici che includono anche lo stile di vita e la genetica di una popolazione. Tuttavia, il grande pubblico, tra tutti questi aspetti, si appropria soltanto della componente alimentare sconfinando, spesso, nell’ortoressia, cioè nell’attenzione maniacale sulla qualità del cibo che si mangia.

La demonizzazione del glutine
Un esempio classico di questo concetto è la demonizzazione del glutine, complesso proteico contenuto nel frumento, nel farro e in altre varietà di cereali, responsabile di diverse patologie correlate al suo consumo (le autoimmuni celiachia e dermatite erpetiforme, quelle su base allergica e la cosiddetta Gluten Sensitivity, né autoimmune né allergica). In Italia sono circa 200mila le persone affetta da celiachia, a cui si aggiungono un discreto gruppo di “volontari”: sono circa 6 milioni, gli italiani “celiaci per moda” che si auto-prescrivono la dieta aglutinata con la sola motivazione della scelta personale, correndo il rischio di incorrere in severa malnutrizione senza una vera motivazione clinica.

Altro che diete à la page
Per essere veramente trendy a tavola, perché non seguire la moda del “piatto sano”? Metà porzione costituita da frutta e verdura, un quarto da prodotti integrali (pasta o pane integrale) e l’altro quarto da prodotti ad alto contenuto di proteine come pesce, pollame, legumi o frutta secca… non ci ricorda la nostra tradizionale dieta mediterranea? 

Frutta e verdura contro rughe e malattie

E se proprio vogliamo combattere rughe e invecchiamento cerebrale, non dimentichiamo che frutta e verdura, principalmente fragole, mele, agrumi, uva rossa, mirtilli, cachi, pomodori, asparagi, cipolle e cetrioli e olii vegetali, contengono delle sostanze capaci di eliminare le cosiddette ‘cellule senescenti’, che si accumulano nell’organismo con l’età e che recenti studi hanno dimostrato giocare un ruolo di primo piano in molte malattie dell’invecchiamento.

In foto: Milena Colzani

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