Business nursery a guida rosa

di Milani

Primo anno d’attività per Bio4dreams, presieduta da Laura Ferro, nella top 10 delle donne manager d’Italia. Ecco un bilancio dei risultati raggiunti finora e le prospettive di questa realtà, che supporta idee imprenditoriali nel campo delle scienze della vita. Elisabetta Borrello, responsabile della Communication Strategy: “In negoziazione c’è una sede al Mind di Rho-Pero”

di Chiara Milani

Scienza e imprenditoria. Due sostantivi femminili che un tempo si declinavano soltanto al maschile. Oggi però le ragazze vengono sempre più incoraggiate a laurearsi nelle cosiddette materie Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics). Una tendenza che va di pari passo a quella di caldeggiare le donne a diventare capitane d’azienda. Nascono così realtà che vanno anche in questa direzione. Come Bio4dreams che, creata come spin-out di Sanipedia, vede la presidenza di Laura Ferro, fondatrice e amministratore delegato di diverse realtà biotech (tra cui Gentium, Ipo e Nasdaq), tra le 10 top donne manager innovative d’Italia.

Biotecnologie, cercansi progetti innovativi

Presentata come la prima business nursery nelle scienze della vita, Bio4dreams è dunque una sorta di “asilo nido” per le aziende innovative del settore. Costituita settembre 2017, è stata lanciata il 22 febbraio 2018 ed è quindi operativa da un anno. E’ perciò tempo per un primo bilancio, di cui parliamo con un’altra donna del team: Elisabetta Borrello, responsabile della Communication Strategy, con oltre 30 anni d’esperienza nel settore dell‘Healthcare Information Management Systems, nonché a sua volta fondatrice e componente del Cda di diverse biotech. “Ad oggi abbiamo visto oltre 170 idee imprenditoriali, da cui è per ora nato un network di una decina startup, di cui 6 partecipate e le altre incubate”, ci spiega Borrello: “La maggior parte delle proposte, oltre una cinquantina, è arrivata da Lombardia, Piemonte, Trentino e Liguria, mentre 1 su 4 è giunta dall’estero”.

Alle ricercatrici serve più coraggio”

Ma quanti di questi progetti sono “in rosa”? “Nel team tendono ad esserci più uomini, ma i champion, cioè colore che curano la presentazione, in metà dei casi sono donne, anche se poi quelli selezionati hanno soprattutto una leadership maschile”, ci risponde la nostra interlocutrice. Sul perché si possono soltanto fare ipotesi: “Alle ricercatrici serve più di spinta di credere in se stesse anche quando sono molto giovani e non è semplice. Essendoci passata, direi che spesso le ragazze cedono alla attrazione lavoro pubblico perché sanno che avranno un periodo fragilità”. Ossia, faranno figli. “Peraltro, per quanto riguarda le scienza della vita, in laboratorio la presenza femminile è molto alta ed anche nell’età critica”, aggiunge Borrello: “Noi pensiamo che valga la pena investire su di loro e cerchiamo di essere molto flessibili nella gestione di queste risorse e direi che ci riusciamo abbastanza bene. Basti pensare che nel laboratorio cellulare c’è soltanto un uomo su sei persone”.

Opportunità al confine col Varesotto

Quando alle sedi operative, nonostante dal Nord Ovest provenga la maggior parte delle proposte, l’unica presenza lombarda di Bio4dreams per ora è a Bresso, alle porte di Milano. “Diciamo che noi andiamo dove c’è ottima scienza e buona finanza per consolidare i nostri progetti, oltre al fatto che in territori più piccoli abbiamo la possibilità di lavorare stretto contatto con università e istituzioni”. In negoziazione c’è però la presenza al Mind di Milano, nella nuova città delle scienze e della vita progettata in quella che è stata l’area Expo di Rho-Pero, proprio vicino al confine con il Varesotto. Un’opportunità da tenere sott’occhio.

In foto Elisabetta Borrello

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