Di tutto un po’

di Andrea Mallamo

Un’alimentazione il più varia possibile, tipica della dieta mediterranea, anche quando si mangia cibo da asporto o da strada: questa regola quotidiana, da imparare fin dalla più tenera età, è il primo segreto per una vita sana. Ecco alcuni, preziosi consigli di esperti, che guardano la tematiche da diverse prospettive

A cura della redazione

Un avanzamento della cultura della nutrizione come eredità da far fruttare dopo la pandemia. E’ quanto auspica un poker d’esperti intervistati dal nostro direttore, Chiara Milani, alla trasmissione tv Prospettive, le cui puntate sono rivedibili sul sito di VareseMese. Dalla Campania alla Toscana, dal Friuli Venezia Giulia alla Lombardia, ecco alcuni consigli per cominciare in salute il dopo vacanze.

Le ultime frontiere dell’agrifood

Raffaele Sacchi, professore di Industria Agroalimentare e Gastronomia all’Università Federico II di Napoli

Grazie alle innovazioni nel settore si può davvero mangiare bere e il modo sano oppure alla fine dobbiamo scontare sulla bilancia i nostri peccati di gola?

Oggi è sempre più possibile, con consapevolezza, mangiar bene, in modo sostenibile e anche economicamente del tutto accettabile. E’ chiaro che ciò significa rivolgersi a prodotti minimally processed e quindi con il minimo processo tecnologico, non iper trasformati. Probabilmente questa pandemia ci ha anche insegnato a fare la spesa, con frutta e verdura, gestendo un vegetale nelle sue diverse parti, come fanno i grandi chef, in diverse cotture, in diverse consistenze, in diversi usi. Quindi, usare il rachide, ovvero il torsolo del cavolfiore o del broccolo per fare un frullato e così via…Insomma, gestire la spesa: si stanno diffondendo molto i gruppi di acquisto e questa filiera corta tra il campo e il consumatore è sicuramente la possibilità di ritornare nell’azienda agricola.

Okay, l’olio è giusto: “Ecco come sceglierlo!”

Fiammetta Nizzi Grifi, agronomo

Chiedo a lei, che viene chiamata a fare consulenza in tantissime aziende produttrici: quando andiamo ad acquistare una bottiglia di olio extravergine di oliva, a che cosa dobbiamo fare attenzione per fare la scelta giusta?

Allora, se lei mi fa questa domanda e siamo nel corridoio di un supermercato, non potendo aprire le bottiglie e assaggiarle, dobbiamo organizzare un po’, facendo la scelta sapendo che comunque il rischio è forte… la lettura dell’etichetta è fondamentale: cercare di comprendere se chi ha messo in bottiglia l’olio è comunque in qualche modo legato al mondo della produzione. Purtroppo, ci sono degli aspetti sottili della normativa sulle etichette che non aiutano la comprensione. Io parlo della cosiddetta signora Maria, che citiamo tutti e che potrebbe essere anche una signora con un livello di istruzione medio. Nonostante ciò, può avere delle difficoltà a comprendere, perché di fatto il legislatore sull’etichettatura degli alimenti e in particolare dell’olio probabilmente non aveva dormito bene quando ha prodotto alcuni articoli della legge, per cui le dico solo una cosa semplicissima: un olivicoltore che ha gli oliveti, ma non il frantoio, e che magari imbottiglia perché ha comunque l’autorizzazione sanitaria per farlo, non può scrivere in etichetta “prodotto e imbottigliato”. Può farlo soltanto il frantoio, perché chi produce l’olio per il legislatore non è chi ha coltivato gli olivi, bensì chi ha spremuto o centrifugato. Ne deriva che è difficile che la signora Maria, anche con la maturità classica, possa comprendere questa sottigliezza…

Cibo da asporto: 7 regole per mangiare bene

Fabio Monica, presidente nazionale di Aigo (Associazione italiana gastroenterologi digestivi e ospedalieri)

Si stima che nel mondo occidentale 1 persona su 4, almeno una volta alla settimana, mangi cibi da asporto, ma va chiarito subito che cibo da asporto non vuol dire per forza fast food: ci si può insomma alimentare anche in maniera abbastanza salutare. Lei che consigli può darci?

Questa è proprio la nostra prima raccomandazione: non confondere il cibo da asporto con il fast food, che tendenzialmente è un cibo più ricco di sale e di calorie e meno dei nutrienti, rispetto ai cibi che noi prepariamo a casa o che magari possiamo acquistare da parte del nostro ristoratore di fiducia o anche da quella nuova forma del cibo da strada, lo street food, che per alcuni aspetti usa ingredienti molto più semplici e meno rischiosi per l’obesità e magari qualche altro disturbo anche gastroenterico, ma soprattutto si possono trovare anche di cibi buoni come frutta e verdura fresca o yogurt e quindi avere quell’attenzione anche su magari altri cibi a basso contenuto di grassi.

Obesità e diabete: “Serve un’operazione culturale importante”

Michele Carruba, presidente di Milano Cities Changing Diabetes

Lei consiglia di prestare attenzione alla composizione un po’ più mediterranea della nostra dieta, perché mi par di capire che il segreto sia un variare gli alimenti…

Esatto, non dobbiamo avere una dieta monotona perché questo naturalmente può condurre a errori alimentari, ma è la differenza che veramente crea salute, come espresso per esempio dalla dieta mediterranea, e trovare sempre informazioni utili sulla composizione, sulla conservazione e sulla catena alimentare. Mi riferisco ad esempio al pesce crudo, che deve essere abbattuto. Motivo per cui il sushi deve essere di qualità, perché è fondamentale mantenere la catena del freddo. Per esempio noi dobbiamo avere imparato da questa esperienza che in effetti molte cose si possono fare e si può correre ai ripari davanti a un pericolo evidente. Noi non siamo così propensi a farlo per altri rischi con cui oramai abituati a vivere, come le malattie croniche non trasmissibili e quindi dobbiamo invece imparare dalla pandemia a capire come sia importante educare le persone, perché l’educazione se si fa quando si è bambini già dall’asilo è molto importante, visto che rimangono per tutta la vita: è difficile cominciare a educare una persona che a 60 anni, oramai ha le sue abitudini… bisogna avere motivazioni molto grandi quindi è chiaro che quando uno è già ammalato, allora corre ai ripari. Invece, se cominciassimo a educare le persone, spiegando loro che una corretta alimentazione significa vivere più a lungo e senza malattie, ciò aiuterebbe molte persone: per educare i bambini bisogna dare loro il buon esempio. Ci vuole dunque un’operazione culturale importante, all’interno della quale tutti capiscano l’importanza e tutti si diano da fare per evitare che questo in qualche modo si trasformi in danni per la nostra salute.

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in foto: da sinistra a destra: Raffaele Sacchi, Fiammetta Nizzi Grifi, Fabio Monica, Michele Carruba

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