Vita da gatto

di Andrea Mallamo

In un momento di grave crisi per lo spettacolo, Gatto Panceri non smette di lanciarsi in nuovi progetti: l’esperienza da conduttore e talent scout a Il palco è tuo su Rete 55, il disco in uscita e la sua autobiografia, annunciata in anteprima alla nostra trasmissione tv Prospettive

di Chiara Milani

La nazionale cantanti è stato un qualcosa di travolgente nella mia vita: dal momento in cui Ramazzotti mi chiamò nel ’93 perché senti una mia intervista in cui dichiaravo che giocavo a calcio nel Monza: ecco, nel libro c’è anche questo. Chi lo sa lo sa che Gatto giocava nel Monza? Quindi, potevo anche fare il calciatore. Poi presi un calcio, rompendo il naso, e incontrai una chitarra…”.

Dal calcio alla chitarra

Cappellino in testa, Gatto Panceri – al secolo Luigi Giovanni Maria Panceri – annuncia così in anteprima a Prospettive (la trasmissione tv della nostra testata, in onda tutti i giorni dal lunedì al venerdì alle 19.55 su Rete55), l’uscita del suo primo libro, che è un’autobiografia. 

Del resto, dalle prime apparizioni sul palco di Sanremo negli anni Novanta (quando, con L’amore va oltre, vinse il premio della critica) ad oggi, il cantautore ha firmato tanti successi scritti per sé e per i più grandi interpreti della musica italiana: da Bocelli e Giorgia con Vivo per lei, di successo mondiale, a Morandi, Ranieri, Mina, Mengoni e tanti altri. Non è un caso che Mogol, autore di alcune delle più belle canzoni italiane di sempre, lo abbia voluto con sé alla sua scuola di musica. Se potesse, oggi Gatto vorrebbe collaborare con Tiziano Ferro. “Ma lui si scrive le canzoni da sé”, ci confida.

Il segreto del successo

Ora, in vista dell’uscita del suo prossimo album – il tredicesimo – si divide tra la musica e il centro cinofilo che ha aperto per via del suo grande amore per gli animali. Oltre a condurre Il palco è tuo, in onda il mercoledì alle 21.10 e in replica il sabato alle 23.30 su Rete 55. Una nuova esperienza, che lo vede nelle vesti di conduttore e un po’ talent scout. Allora chiediamo a Gatto – che si è diplomato giovanissimo al conservatorio di Milano in chitarra classica, armonia e composizione e adesso tiene stage e insegna – quando sia ancora importante e quanto venga percepito come tale lo studio della musica per fare successo all’epoca dei social, degli influencer e di Itunes. Chiara la risposta: “Oggi secondo me è la polivalenza che può dare il futuro alle persone: saper fare più cose. Non basta più saper cantare e basta. Lo fanno non so quanti… Ecco, purtroppo i media, a parte Il palco è tuo (sorriso, ndr) non consiglia lo studio. Invece, io penso che sia molto importante”.

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