Marco Introini, floral designer di Gallarate, ci fa riflettere sull’attualità della comunicazione del tempo che fu, per trasferire non soltanto informazioni, ma anche emozioni che non sfioriscono mai: una riscoperta in linea con l’onda green del Terzo Millennio
di Marco D. Introini
Viviamo nella società della comunicazione, in cui l’informazione è veloce, istantanea, virale. Siamo tornati a scrivere più che a telefonare, visto che i messaggi di testo spesso sono più efficaci e discreti di una chiamata a viva voce. Usiamo ormai al 100% la tecnologia per trasferire informazioni.. Ma le emozioni?
Il romanticismo del passato
Fino al passato più recente, non esisteva la tecnologia, esistevano le lettere per le “corrispondenze di amorosi sensi”, ma spesso i messaggi che non si potevano affidare alle parole, venivano espressi con i fiori. Segno un po’ di un romanticismo che aveva permeato un intero secolo, contaminando le arti e soprattutto la letteratura.
Donna di fiori
In realtà tutto era iniziato un po’ prima, poiché un vero e proprio linguaggio dei fiori venne introdotto in Europa da Lady Mary Wortley Montagnu, che aveva vissuto a Costantinopoli un breve periodo della sua vita, al seguito del marito ambasciatore. Lì vi era la consuetudine di abbinare a fiori, colori, frutti e piante, significati simbolici. In seguito questa consuetudine dilagò anche nell’Inghilterra vittoriana grazie a una serie di manoscritti che divennero rapidamente molto popolari.
Le language du fleur
Quello che divenne il manoscritto di riferimento, fu Le language du fleur di Charlotte de Latour, che venne pubblicato nel 1819. Nel testo c’è una suddivisione per stagioni e mesi, in cui si presentano i vari elementi botanici con i loro significati, insieme a versi di poesie e storie popolari. In un capitolo vi è l’elenco dei significati etimologici e una tavola dei caratteri attribuiti per tradizione alle ore del giorno: ad esempio, per la prima ora un bouquet di rose sbocciate, per la seconda uno di eliotropio e via via fino alla dodicesima ora, quella del bouquet di viole del pensiero e violette.
Dillo con un fiore
Giusto per citare alcuni significati, potremmo citare l’amore vivo e puro rappresentato dal garofano o la bellezza perenne raffigurata dalla violaciocca oppure il simbolo della buona educazione, ovvero il ciliegio. Ancora, il tulipano porta in serbo la dichiarazione d’amore, mentre la fatuità è simboleggiata dalla melagrana, la gioia dall’acetosella, o l’inutilità rappresentata dalla spirea ulmaria. Insomma, ci sono significati per ogni sentimento e per ogni occasione. Il tutto organizzato come in un dizionario, arricchito da tavole policrome di fiori, in un libro che è veramente piacevole da sfogliare e rileggere periodicamente.
Come distinguersi dalla massa
Nella nostra società multimediale, immaginate come sarebbe bello comunicare con i fiori anziché con delle banali e scontate emoticon… quanta poesia aggiungeremmo ai nostri messaggi! Con una concessione al romanticismo che non guasta mai. Proviamo quindi ad uscire dagli schemi e ad utilizzare il linguaggio dei fiori: inizieremo a conoscere meglio ciò che la natura ci offre e scopriremo che il lento incedere delle stagioni ci offrirà sempre qualcosa di bello con cui comunicare. Sempre se avremo la voglia e la capacità di lasciarci trasportare nei vezzi della bellezza. In fin dei conti appagheremmo la nostra voglia di originalità, di distinguerci dalla massa, dal mainstream: riscoprire le tradizioni dei tempi andati, paradossalmente potrebbe renderci più attuali, più allineati a questa onda green che contraddistingue questi primi anni del Nuovo Millennio.
Foto: La dalia rappresenta riconoscenza (Ph Marco D. Introini)