Milena Colzani, specialista in Dietologia dell’ospedale di Saronno, offre alcuni preziosi consigli per evitare di mettere a dura a prova il fisico con le grandi abbuffate delle festività natalizie. Cibo pesante e bevande alcoliche rischiano di mandare la popolazione più fragile al pronto soccorso. Al bando il digiuno assoluto per dimagrire dopo le mangiate
Premesso che prevenire è meglio di curare, l’ideale sarebbe quello di evitare del tutto le abbuffate natalizie. Soprattutto le persone più fragili, come gli anziani. Uomini e donne over 65, abituati a pasti frugali, che si vedono catapultati nella grande kermesse delle festività a base di pranzi e cena da cinque portate.
Ma facciamo quattro conti: per accumulare un chilo di grasso occorrono circa 8.000 chilocalorie e, considerando che si incomincia a “trasgredire” (anche se non amo molto questo termine, che implica una sorte di giudizio morale su cose che con la morale non hanno nulla a che fare) a partire dalla metà di novembre (una sorte di calendario dell’Avvento allargato) arriviamo a metà di gennaio con 3-4 chili in più. Senza dimenticare le puntate al pronto soccorso per problematiche cardiache (a volte anche fatali) o digestive. Problemi dovuti all’eccesso di cibo “pesante” e bevande alcoliche.
I media, in ognuno dei grandi pranzi o cene delle festività assumiamo dalle 3.000 alle 6.000 chilocalorie. Il che mettono a dura prova fegato, reni e intestino che, devono fare gli straordinari per eliminare le scorie e le tossine ingerite.
Stanchi ed appesantiti, ci apprestiamo alla fase della “penitenza”: protagonista è sua maestà il digiuno assoluto.
All’errore numero 1, ora dunque aggiungiamo l’errore numero 2. Facciamo i conti al rovescio: se abbiamo acquisito peso in 2-3 settimane, i soliti 2-3 giorni di digiuno non sortiranno nessun effetto, se non quello di stressare ed affamare ulteriormente il nostro organismo.
Un ritorno sereno alle buone abitudini che avevamo prima delle festività, se esistevano, oppure la scelta cogliere il momento propizio per acquisirne di ottime: questa è la scelta vincente.
Per cui semaforo rosso per alcolici, fritti, formaggi, burro, salse, zuccheri. Luce verde invece per frutta e verdura di stagione, spremute di arance e frutti di bosco e l’aumento dell’introito di fibre (vi ricordo dovremmo assumere almeno 30 grammi di fibre al giorno, scelte tra i seguenti alimenti: cereali integrali, legumi, carciofi, finocchi, carote, prugne, sedano, cavoli, mele, pere). Ancora, via libera all’assunzione di almeno due litri di acqua al giorno, meglio se ricca di calcio e povera di sodio, e a condimenti “sani” come l’olio d’oliva. Magari, utilizzando la ricchezza del nostro territorio in termini di spezie amiche della salute, quali zenzero, curcuma, cannella, che favoriscono una significativa riduzione del tasso degli zuccheri e dei grassi nel sangue. Così come origano e timo: erbe con spiccate proprietà digestive, che favoriscono la motilità intestinale ed il riassorbimento dei gas.
Bisogna dunque ricordare che i chili non si mettono né si tolgono in un giorno. Una regola, questa, che non va mai in vacanza.