Il Napoleone della musica

di Milani

Il 2018 in Italia è l’Anno Rossiniano. A Busto Arsizio da 100 anni è attiva la scuola a lui intitolata

di Elisabetta Farioli

 

“La funzione del centenario è far capire che la musica è dentro il tessuto della città”. E’ con grande orgoglio che Paola Colombo, coordinatrice didattica dell’Associazione musicale Gioacchino Rossini di Busto Arsizio, concentra in significative parole il senso dell’importante tappa raggiunta dall’istituto intitolato al compositore italiano, di cui nel 2018 l’Italia celebra la memoria a 150 anni dalla sua scomparsa.

L’istituto bustese intitolato all’autore de “Il Barbiere di Siviglia” è un importante riferimento culturale non soltanto per Busto. Sono tanti gli allievi che frequentano e sono passati in queste aule, gettato le basi del proprio futuro. Un secolo d’attività celebrato in città con una lunga serie d’iniziative ed eventi.

“La musica è la scrittura del tempo universale, quello che rimane. Ieri, oggi, domani in realtà sono uguali. E ’l’uomo che cambia e passa. L’arte resta a testimoniare”, commenta la coordinatrice: “Il linguaggio musicale entra nelle persone, che diventano ascoltatori. I ragazzi oggi non sanno più ascoltare, non distinguono il cinguettio dal fruscio delle foglie. La realtà cambia, c’è il telefonino… Ma il nostro obiettivo è cercare di sviluppare la musicalità di una persona”. Colombo sottolinea che ai ragazzi piace suonare: “Sono tanti gli adolescenti vicini al pop rock, impegnati nello studio della batteria, altri al canto, al pianoforte, alla chitarra e al violino. Non manca chi ama e si dedica alla musica classica. Suonare fa bene alla persona, sviluppa armonicamente”.
Mentre per tutto il 2018 festeggerà i suoi primi 100 anni con numerosi appuntamenti, l’antica e prestigiosa associazione – fondata da Ariodante Coggi, primo violino del Teatro alla Scala di Milano (allora sotto la direzione di Arturo Toscanini) – è pronta ad aprirsi al futuro, al nuovo secolo, con entusiasmo. Al Festival BA Classica, che ha visto protagonisti alcuni tra i più celebri interpreti internazionali, si affianca il progetto didattico-educativo Rossini100 Educational, indirizzato a tutti gli istituti di ogni ordine e grado.
“La musica è per tutti”, sottolinea Paola Colombo: “Dalla Rossini sono passati tanti artisti. Lo stesso Uto Ughi ha iniziato i suoi studi di violino con Coggi. Ma la visione della musica non deve fermarsi a qualcosa di eccellente. L’importanza di questi 100 anni è da vedere diversamente. Come i germogli in un albero. Quanti istituti di musica ci sono in città? Abbiamo scuole medie e licei a indirizzo musicale e altre associazioni. La Rossini dunque ha alimentato, formato e continua a formare. Questo è importante. Oggi dobbiamo pensare alla musica anche come occupazione. Abbiamo avuto la parentesi del “virtuoso”, un retaggio ottocentesco legato al conservatorio. Ma la musica non è per pochi, serve a sviluppare la musicalità, un aspetto della personalità e tutti devono farla”.
Il ricordo di Rossini travalica i confini delle sette note e continua anche a tavola. Al compositore pesarese, goloso e buongustaio, sono stati dedicati i cioccolatini, “Tartufini Rossini”, realizzati da una pasticceria locale del centro e presentati in una elegante scatola che ricorda la “pochette” del teatro. Ed ancora un appuntamento gastronomico è fissato per il 15 giugno. Una cena all’aperto, rigorosamente con menù rossiniano, promossa dall’assessorato ai Grandi eventi e preparata dagli allievi dell’Istituto Enaip.

A ricordo dell’anniversario è anche stata realizzata una serie di cartoline che ripercorre memorie e fatti accaduti nell’arco del secolo passato. Trenta immagini, reperibili della sede di via Volta e frutto della ricerca di Paola Colombo, accompagnano in un viaggio a ritroso nel tempo che svela curiosità, vicende e ricordi nel clima di un tempo che scorre con tutti i suoi cambiamenti.

Una felice coincidenza, quella dei cento anni dell’istituto musicale bustese con l’Anno Rossiniano in Italia. Del resto, musicista di importanza capitale nel panorama europeo, fra i più grandi operisti della storia della musica, Rossini fu definito da Giuseppe Mazzini “il Napoleone di un’epoca musicale”. Così, anche un secolo e mezzo dopo la sua scomparsa, pure sul nostro territorio verrà ricordato con una serie d’eventi che, come era tipico del suo stile, avranno un crescendo rossiniano.

 

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