Guttuso torna nella “sua” Varese

di Andrea Mallamo
renato guttuso

“Quanto sarebbe augurabile che il rapporto tra collezionista ed artista tornasse ad essere un rapporto di scelte, di rischio culturale, e di amore”. Scriveva così, in una lettera del 1981, Renato Guttuso a Francesco Pellin, il collezionista che nella sua raccolta di opere ha esemplato un fondamentale arco della produzione pittorica del Maestro di Bagheria, cittadino onorario di Varese dal 26 novembre del 1983.
A 35 anni dalla prima mostra a Villa Mirabello, datata 1984, Guttuso è tornato a vivere nelle sede dei Musei Civici con 25 dipinti in esposizione fino al 6 gennaio dell’anno prossimo: quattro sono arrivati in prestito e ventuno, patrimonio della fondazione Francesco Pellin, sono garantiti in comodato d’uso, per dieci anni, al Comune di Varese.

Ritratti
Il percorso espositivo prende avvio dalla sezione Protagonisti,  dove sono esposte le quattro opere in prestito, che ritraggono il collezionista, la moglie Adriana, l’autoritratto di Guttuso (L’Atelier) e il Paesaggio d’Ischia realizzato in occasione della nascita del primogenito dei Pellin.

Eros
Si prosegue con Il mondo delle donne, Il nudo, L’ultimo eros: settori che esplorano il rapporto intenso, appassionato e profondamente realistico tra Guttuso e il mondo femminile. Nella parte L’amore in vendita campeggia la grande tela intitolata Van Gogh porta l’orecchio tagliato al bordello di Arles.

Il quadro testamento
La mostra culmina con l’esposizione di Spes contra spem, la sua opera simbolo, che rappresenta il valore assoluto della memoria per l’artista e la sua eredità spirituale.

In foto: Renato Guttuso con Nino Marcobi, fine anni Sessanta, dal catalogo della mostra a Varese

 

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