A…mici

di Andrea Mallamo

Per combattere la solitudine, nell’ultimo anno si sono moltiplicate le adozioni di pet. Approfittiamo delle ore a casa per osservare il nostro gatto e stringere la nostra relazione con lui attraverso gesti semplici, ma profondi. A spiegarlo è Sabrina Giussani, medico veterinario di Busto Arsizio, presidente senior di Sisca (Società italiana scienze del comportamento animale)

di Sabrina Giussani

La consapevolezza di appartenere a specie diverse, comporta la conoscenza delle necessità del nostro gatto. Mangiare, bere, dormire, evacuare le deiezioni sono considerati fabbisogni fisiologici, primari per tutti gli esseri viventi. Il piccolo felino, così come l’essere umano, possiede anche fabbisogni comportamentali e di sicurezza, poiché è un soggetto con motivazioni ed emozioni che caratterizzano la “sua personalità”. Il gatto è un partner sociale, parte attiva del gruppo familiare e deve essere riconosciuto come un convivente seppur “diverso da me”. Il legame tra gatto e proprietario è da considerarsi al pari dell’attaccamento del bambino alla propria mamma. Poiché il proprietario è a tutti gli effetti, la figura di riferimento/ accudimento del piccolo felino, tra le due specie può nascere una vera e propria relazione.

Le basi della relazione

La creazione di una corretta relazione fondata sul pieno riconoscimento delle rispettive diversità è alla base della coabitazione con il piccolo felino.

La relazione è composta di più “parti”, tra cui le più principali sono affettiva (dare, e ricevere affetto), la ludica (giocare e lasciarsi coinvolgere nel gioco), affiliativa (sentirsi parte di un gruppo e coinvolgervi il partner), sociale (fare delle attività con il gatto e lasciarsi ingaggiare da lui) e quella epistemica (osservare il comportamento del piccolo felino, lasciando che il suo modo di agire “ci contagi”). 

Una questione affettiva

Una delle caratteristiche della relazione è la dimensione affettiva, dove lo “scambio” tra essere umano e gatto – oltre che viceversa – è basato sulla protezione, sulla rassicurazione, sull’offerta e la richiesta di aiuto, sulla condivisione emozionale. Il partner umano mostra un comportamento protettivo nei confronti dell’animale, assumendo il ruolo del genitore e mostra l’atteggiamento tipico dell’accudimento parentale. La sensibilità della nostra specie verso i segnali giovanili emessi dai “più piccoli” provoca nei loro confronti un comportamento di adozione, di protezione e di cura. 

Giocare assieme

La dimensione ludica della relazione consiste, invece, nel divertirsi insieme giocando, fingendo, scambiandosi i ruoli. È possibile realizzare un gioco “cinetico e fisico”, caratterizzato dal rincorrere un oggetto lanciato e dal “fare la lotta” con il felino, oppure uno cognitivo, rappresentato dal risolvere insieme un rompicapo (problem solving) così da aumentare la collaborazione nella coppia, o ancora uno svago “comico” dove prevalgono il divertimento e la distrazione. È necessario coinvolgere il gatto in attività giocose multiformi e, soprattutto, lasciarsi ingaggiare dal piccolo felino, accettando anche le richieste ludiche dell’animale. 

Quel legame di appartenenza

La dimensione affiliativa riguarda la nascita di un legame di appartenenza, il sostegno reciproco basato sulla condivisione degli spazi e di attività, sulla vicinanza, sul fare gruppo. Il comportamento di saluto (toccarci con il naso, sfregare il corpo, deporre i feromoni di familiarità con le guance, accoglierci con la coda ritta) e il contatto fisico protratto (durante il riposo e il leccamento), sono alcuni tra i comportamenti affiliativi realizzati dal gatto. 

Una dimensione di “coppia”

La dimensione sociale riguarda il piacere di condividere, di non essere solo e di sentirsi in una situazione di “coppia” collaborando per raggiungere un obiettivo comune. A questo proposito è necessario ingaggiare il gatto coinvolgendolo, per esempio, nei lavori domestici, chiedendo all’animale di accompagnarci sul balcone per stendere il bucato e così via.

Conoscersi per capirsi

La dimensione epistemica consiste nell’apprendere informazioni sul comportamento della specie con cui viviamo. Osservando il gatto mentre gioca, depone le graffiature, osserva un uccellino dalla finestra e così via. L’interesse, l’attenzione, la riflessione e il reciproco coinvolgimento conoscitivo diventano parte integrante della relazione. Conoscere la comunicazione del piccolo felino, ci consente di comprenderlo e di farci capire.

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