Michela Sartori, progettista di percorsi e parchi tematici con 3 figli, spiega al game designer bustocco Luca Borsa la scelta di promuovere il gioco nel bosco per fare educazione ambientale attraverso la fantasia e avvicinare i bambini alla natura in quello che definisce un “luogo magico, luogo d’azzurro”
di Luca Borsa
Dopo un lungo periodo difficile, l’attività all’aperto è una necessità per tutti soprattutto per i bambini, quali sono le tue considerazioni sul gioco all’aria aperta e in particolare attraverso le attività che un bosco strutturato può stimolare?
Sicuramente per i bambini, soprattutto quelli più piccoli, le attività all’aria aperta sono un bisogno e non dovrebbero mancare. Infatti, l’utilizzo del corpo, il movimento, l’esplorazione stanno alla base dei processi che caratterizzano l’autostima e l’autoefficacia.
Il sapersi muovere nella natura, osservare, costruire sono alcuni dei processi importanti sia dal punto di vista relazionale per lo sviluppo dell’abilità sociale, quindi lo stare con gli altri e condividere, sia per migliorare le proprie abilità personali. Così, infatti, bambini imparano ad affrontare ciò che li circonda. Tale elemento di motricità spesso manca nei bambini e nei ragazzini di oggi, che sono poco propensi a svolgere attività motorie e lavorare con il corpo in una realtà che spesso usa il mondo virtuale pure per i più piccoli.
Dal punto di vista della creatività e dell’immaginazione, quanto anche l’aspetto cosiddetto “narrativo” del bosco può stimolare i bambini ?
Il gioco nel bosco ha un’ulteriore valenza, perché stimola la creatività e porta i bambini a lavorare con l’immaginazione fin da piccoli: possono creare i loro spazi, mettere confini, iniziano a giocare a “far finta di” e quindi utilizzano il gioco simbolico e la fantasia.
Non ultimo ci sono tutti gli aspetti cognitivi del gioco e le attività che vengono fatte stimolano appunto le attività motorie: il muoversi nel bosco, quindi in un terreno non lineare e non conosciuto, sviluppa l’attenzione la percezione, l’equilibrio, la coordinazione occhio-mano e occhio-piede e poi la pressione e la manualità.
Il tema dell’attenzione e del ritorno alla natura è molto attuale: come vedi il futuro di queste attività?
C’è una grande richiesta di esperienze in natura, soprattutto legate alla famiglia, e i percorsi tematici rispondo proprio a questa esigenza. Pure le scuole vedono in queste esperienze come molto formative.
E’ piacevole scoprire che tante amministrazioni sono assai attente e curiose rispetto a questi progetti. Molte nuove proposte infatti saranno già attive nel 2021 e altrettante si realizzeranno nel prossimo anno. Ciò fa ben sperare.
In foto: Michela Sartori