La locomotiva della ripresa (VIDEO)

di Andrea Mallamo

Secondo la rielaborazione dell’analisi Istat a cura dell’università Liuc Carlo Cattaneo, la nostra potrà avere un restart in linea con le altre regioni-motore dell’economia europea. Il ruolo di Varese, che è la provincia lombarda che ha registrato il minor tasso di contagio

di Chiara Milani

E’ indubbio: quella locomotiva d’Italia e d’Europa chiamata Lombardia ha rallentato. Con una brusca frenata, più forte e improvvisa rispetto al resto del territorio nazionale. Ma non ha deragliato. Ed é già pronta a ripartire. Più velocemente di altre regioni.

Imprese: situazione e prospettive

Lo si evince dall’analisi dell’Istat su Situazione e prospettive delle imprese nell’emergenza sanitaria Covid-19, con la quale l’Istituto nazionale di Statistica ha provato a delineare a 360 gradi il quadro di misure messe in campo dalle imprese, a descrivere la loro visione strategica e a valutarne il livello di fiducia nelle prospettive di restart della domanda e del ciclo economico globale. L’analisi, i cui primi risultati sono stati pubblicati a metà del mese scorso, è divisa per regioni e macro-aggregati territoriali, consentendo quindi di valutare la performance di ciascun territorio in termini di adattamento e resilienza e di stimare l’impatto della crisi sanitaria sulle aspettative di sviluppo dei diversi tessuti produttivi. 

Ripercussioni regionali più contenute che altrove

Risultato: secondo quanto osservato dall’Università Carlo Cattaneo di Castellanza – il cui rettore, Federico Visconti, di recente è stato nominato nel consiglio dell’Istat – la conclusione é appunto che “le ripercussioni sulla traiettoria di sviluppo del ciclo economico saranno più contenute qui che altrove e la ripresa possa essere più rapida, in linea con le altre regioni-motore dell’economia europea”. 

Nord Est e Nord Ovest, realtà a confronto

Non soltanto. “L’analisi evidenzia come la differente esposizione ai mercati internazionali possa giocare un ruolo decisivo in questa fase e ci restituisce un quadro del diverso approccio alla globalizzazione dei sistemi produttivi settentrionali, con il Nord Est più preoccupato dai possibili contraccolpi sulla domanda estera e il Nord Ovest concentrato sugli effetti della trasformazione delle catene del valore internazionali” spiega. “In particolare si distinguono le evidenze raccolte per la Lombardia, i cui imprenditori si mostrano convinti che l’impatto portato dalla riduzione della domanda proveniente dall’estero risulterà moderato, mentre risultano i più preoccupati dalla contrazione dei mercati di approvvigionamento e dal conseguente aumento dei costi degli input”.

Coerentemente, sempre stando alla Liuc, “l’approccio strategico delle imprese lombarde mira a consolidare i propri punti di forza scommettendo su solidità e capacità di resilienza del proprio modello di business e razionalizzando i costi legati all’acquisto di materie prime e semilavorati”. 

Il trasferimento delle risorse

Inoltre, secondo il ricercatore dell’università Cattaneo, Fausto Pacicco, “dalle evidenze raccolte dall’analisi Istat la strategia delle imprese lombarde appare più orientata che altrove a un trasferimento di risorse dalle funzioni di produzione alle funzioni di vendita, con particolare focus sull’ampliamento e il rinnovamento della rete di fornitura, che si accompagna ad una rimodulazione al ribasso degli ordinativi di materie prime e semilavorati. Infatti, il 14.2% degli imprenditori lombardi si dichiara intenzionato a modificare o ampliare i canali di vendita o i metodi di fornitura/consegna dei prodotti o servizi (contro una media del 13.7% nel Nord-Ovest e 13.6% in Italia) e il 8.7% punta sulla modifica della quantità di ordini di fattori di input (8.1% nel Nord-Ovest, 7.6% in Italia)”.

Chiusure e licenziamenti, ma meno del resto d’Italia

Il dato più confortante per le prospettive di sviluppo dell’economia regionale è costituito dalla quota contenuta di imprese intervistate che – tra gli effetti dell’emergenza da Coronavirus per il 2020 – indicano la riduzione del numero dei dipendenti (8.9% contro una media Nord-Ovest del 9.3%, italiana del 11.8%) e la chiusura di una o più sedi operative (1.1%, 1,9% nel Nord-Ovest, 1.6% a livello nazionale).

Varesotto, ingranaggio-chiave per risanare l’economia

Insomma, non bisogna illudersi: la strada di certo è ancora tutta in salita. Però la Lombardia si prepara ad essere la locomotiva della ripresa. E in questo contesto il Varesotto, che da sempre è uno degli ingranaggi principali di questo motore economico e che – dal punto di vista sanitario – secondo i dati dell’Ats (Azienda di tutela della salute) è in fondo alla lista delle province più colpite dal Coronavirus con un tasso di 4,40 infetti per mille abitanti contro una media regionale di oltre il doppio (9), non potrà che fare la sua parte per contribuire a risanare anche la nostra economia..

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