Lo storico loggiato della De Piante editore a Busto Arsizio ha ospitato l’evento collaterale della mostra di fiber art Humans, in cui si sono intrecciati cultura e imprenditoria
a cura della redazione
Metti una serata primaverile in giardino. Un antico loggiato privato. Un parterre di rappresentanti locali del mondo delle arti, dell’istruzione, dell’imprenditoria. Intreccia questi fili. Incastonaci 7 uomini e donne del territorio che hanno davvero stoffa. Incorniciali tra creazioni di floral design, quadri e letture di poesie a firma Pinux. Ecco rappresentato – almeno dal punto di vista culturale e produttivo – il Tessuto Urbano, qual è il titolo dell’evento collaterale della mostra di fiber art Humans, ospitato a fine maggio nella sede della De Piante Editore a Busto Arsizio.
Live performance con sopresa
Emblema dell’iniziativa, la live performarce che ha coinvolto tutti i presenti nell’appuntare spille da balia con ritagli di fibre diverse su una tela di tarlisu – il tessuto tipico bustocco che ha reso la città la Manchester d’Italia – scegliendo il luogo della città più caro a ciascuno. Un’opera donata al Comune, come sorpresa finale annunciata al sindaco, Emanuele Antonelli.
Generazione X alla ribalta
A ricamare il volto umano del tessuto cittadino, alcuni esponenti d’eccellenza della cosiddetta generazione X: quella fatta da 40-50enni che sono nati, cresciuti o si sono trasferiti qui. Come la mecenate Cristina De Piante, che ha promosso l’evento. “Interrogarsi su questi talenti, attivi oggi, significa scongiurare un un vulnus tra le generazione della Busto che è stata e quella che sarà”, ha commentato l’assessore alla Cultura, Commercio, Artigianato e Industria, Manuela Maffioli: “È il grande merito di questo evento, che si colloca a pieno titolo nell’ambito del nuovo format Miniartexti X, in perfetta armonia con l’elevata bellezza della mostra in corso al Museo del Tessile fino al 9 giugno“.
La passione come fil rouge
Fil rouge della serata, la passione di ogni testimonial per il proprio lavoro. Personalità, quelle che si sono raccontate, simboleggiate da stoffe diverse, quali sono quelle che compongono – appunto – il tessuto urbano.
Lino: Stefania Pellegatta, la Fata porpora
Ecco dunque in apertura il lino: antico: come i saperi; leggero: come le pennellate di colore e la bellezza impalpabile dell’arte; stropicciato: come le increspature della mente di un artista. A indossarlo – metaforicamente, come per gli altri – Stefania Pellegatta, in arte la Fata porpora, autrice dell’opera che ha preso il titolo dal nome della serata.
Cotone: Marco Reguzzoni, presidente di Volandia
Quindi, il cotone, il tessuto bustocco per eccellenza, cucito addosso a Marco Reguzzoni, presidente di Volandia, il museo del volo. Per lui, dunque, un tessuto versatile: come la sua carriera, che lo ha visto già presidente della provincia di Varese e capogruppo alla Camera dei deputati; fresco: come il librarsi in aria; naturale: essendo sempre rimasto, sostanzialmente, se stesso.
Seta: Chiara Cavelli, titolare di Alchimia eventi
Poi la seta. Elegante: come gli eventi che organizza; flessuosa: per la capacità di adattarsi alle richieste dei clienti; splendente: come il sorriso e la cordialità. A simboleggiarla, Chiara Cavelli, titolare Alchimia Eventi, che ha saputo intessere la proprio attività unendo la sua formazione da storica alla concretezza dell’organizzazione di happening.
Pile: Riccardo Comerio, presidente di Liuc
Da una stoffa elegante a una da lavoro, ecco il pile. Innovativo: come le novità introdotte in ogni ruolo ricoperto; tecnico: come la mente di un ingegnere; caldo: come soltanto il ventennale rappresentante dell’Associazione dei vigili del fuoco in congedo, può essere. Un tessuto che ben si addice a Riccardo Comerio, dell’omonima storica azienda locale, neo presidente dell’università Liuc Carlo Cattaneo dopo un quadriennio al vertice dell’Unione industriali di Varese.
Lana: Rosa Veraci, responsabile scientifico di Caffè letterario
A seguire, la lana. Protettiva: come la sensazione che trasmette la sua voce; calda: come l’atmosfera che si respira ai suoi incontri; naturale: come solo le persone non artefatte sanno essere. A intrecciarla, Rosa Versaci, psicoterapeuta e responsabile scientifico di Caffè letterario.
Damasco: Roberto Grassi, presidente di Univa
Si passa dunque al damasco. Prezioso: come il prestigio delle cariche ricoperte; esotico: come il ruolo internazionale che la sua azienda ricopre nel panorama d’impresa; corposo: come le responsabilità che ha iniziato ad avere. Ad averlo appuntato sulla giacca, Roberto Grassi, fresco di nomina a presidente di Univa.
Velluto: Angelo Crespi, intellettuale
Infine, ma non ultimo, il velluto. Nobile: come l’arte e la letteratura; lucido: come la mente sopraffina deve essere; morbido: come l’animo sensibile del poeta. A sfoggiarlo, l’intellettuale Angelo Crespi, che cura eventi artistici e culturali nelle più prestigiose cornici del nostro Paese e dell’Europa.
Se volete vedere dove l’opera che tutti assieme hanno creato, non resta che aspettare di sapere dove verrà collocata.
in foto: L’Opera donata al Comune