Green Business [VIDEO]

di Andrea Mallamo

Le imprese italiane sono sempre più verdi e il nostro Paese è il primo in Europa per l’economia circolare. Nel Varesotto sono 600 le aziende attive in questo settore, per un giro d’affari da 2 miliardi di euro. Il punto della situazione nel nostro approfondimento tv Varese diamo i numeri in onda venerdì 7 giugno alle 20.00 su Rete 55 e sempre visibile online

di Chiara Milani

Il verde è di tendenza. Anche nel business. A confermarlo sono i dati. Pure nel Varesotto.

Il primato italiano in Europa

L’ultimo Rapporto sull’economia circolare in Italia, pubblicato a marzo dal Circolar economy network (di cui sono invitate a far parte imprese, associazioni, istituzioni ed enti di ricerca interessati a farsi promotrici dei questo settore) ed Enea (l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) vede il nostro Paese sempre in pole position nelle classifiche europee dell’indice complessivo di circolarità. Ovvero, il valore attribuito secondo il grado di uso efficiente delle risorse, utilizzo di materie prime e seconde e innovazione nelle categorie produzione, consumo e gestione rifiuti. Con 103 punti – unica nazione in tripla cifra – supera dunque tutti. Nella classifica delle cinque principali economie europee seguono poi ben distanziati il Regno Unito (90), seguito da Germania (88), Francia (87), Spagna (81).

Vietato dormire sugli allori

“Ma c’è poco da riposare sugli allori: la nostra corsa verso i traguardi della circolarità rischia di arrestarsi, mentre quella degli altri grandi Paesi del continente sta prendendo slancio anche grazie al nuovo pacchetto di direttive approvato nel luglio scorso”, si legge nel documento: “L’Italia, in confronto alle valutazioni 2018, ha infatti conquistato soltanto 1 punto in più (l’anno scorso infatti l’indice complessivo di circolarità era di 102 punti), mentre ci sono Paesi che hanno raggiunto risultati più grintosi: la Francia, per esempio, che aveva totalizzato 80 punti ne ha aggiunti 7; o la Spagna, che ha scalato la classifica partendo dai 68 punti della scorsa annualità, guadagnandone ben 13”. Insomma, noi siamo davanti a tutti, ma gli altri stanno recuperando posizioni marciando a un passo più spedito del nostro.

Una decina di vantaggi per le imprese

Peraltro, in tutte le fasi della produzione è possibile applicare i principi di circolarità: dall’approvvigionamento delle materie prime alla progettazione di un prodotto o servizio che riduca al minimo l’impatto ambientale nel suo intero ciclo di vita, dal recupero degli scarti alla modifica delle strategie di business di distribuzione e del materiale del packaging (settore peraltro in crescita nel Varesotto, con 5.500 brevetti). Ciò con almeno una decina di principali vantaggi per le imprese: riduzione dei costi e risparmio di energia, incremento della competitività e della riconoscibilità, miglioramento del proprio posizionamento sul mercato o inserimento in nuovi mercati, benefici per l’ambiente e per la salute, nonché creazione di posti di lavoro a livello locale.

Riciclo e innovazione: ecco le opportunità

A questo proposito in primavera la Camera di Commercio di Milano Monza Brianza Lodi ha proposto un seminario sugli strumenti di misurazione dell’economia circolare legato a Ri-ecco, il progetto di promozione del settore realizzato in collaborazione con l’Istituto di Management della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Si tratta di un’iniziativa che offre gratuitamente un percorso tecnico-scientifico di affiancamento alle Pmi, per aiutarle nella definizione di strategie di miglioramento. Il percorso prevede tre fasi: la prima, già avviata, di coinvolgimento delle imprese del territorio in incontri informativi, la seconda con l’organizzazione di tavoli di lavoro, la terza con un supporto individuale e un checkup dei bisogni specifici di ogni singola azienda. Le imprese coinvolte in questa fase appartengono in particolare a 3 settori del manifatturiero: fabbricazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche, industria meccanica e del legno.

Legno-arredo, il settore più attento all’ambiente

Ebbene, dagli ultimi dati disponibili risulta che il settore più attento all’ambiente è quello del legno-arredo, che in Lombardia ha molto ridotto negli ultimi anni la quantità di rifiuti prodotta: in particolare, gli scarti della lavorazione del legno e della produzione di pannelli, mobili, polpa, carta e cartone sono passati in due anni da circa 430 mila a 387 mila tonnellate, -10% (dati 2016 e 2014). Cresce anche la raccolta differenziata urbana di questo materiale: +11,4% a livello regionale dal 2015 al 2017 pari a 195 mila tonnellate, un quinto del totale italiano. Con Varese che si assesta al quarto posto, pari all’11,4 per cento del totale, con oltre 22mila tonnellate.

Italia, Lombardia, Varese: filotto green

Dall’elaborazione camerale su dati Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) emerge che in Italia sono circa 55 mila le imprese dei settori green, +28% in cinque anni e +3,7% in un anno e impiegano 446 mila addetti e un fatturato di 200 miliardi. Si spazia dalla raccolta dei rifiuti alla progettazione ingegneristica, dalla consulenza tecnica alla riproduzione di piante, dal controllo di qualità alla ricerca nelle scienze naturali. Di questa, poco meno di un quinto (circa 10mila) sono attive nella nostra regione, dove in un anno sono aumentate del +3,6% e in cinque del +23%, con 84mila addetti (1 su 5 dell’Italia). Le attività sono più diffuse a Milano (4mila), Brescia e Bergamo (oltre mille). Segue Varese, pari merito con Monza, con oltre seicento. Un business che, in Lombardia, vale 50 miliardi di fatturato, di cui 2 nel Varesotto. Insomma, per le imprese, le persone e l’ambiente: quelli verdi sembrano davvero affari d’oro.

 

Articoli Correlati