Il floral designer gallaratese Marco Introini parla del risveglio della natura raccontando le suggestive storie legate a infiorescenze da sempre amate dalle donne per i loro profumi intensi e le loro tinte sgargianti
di Marco D. Introini
Dopo la lunga stagione invernale, con le giornate corte e i colori ovattati, da marzo iniziano a fare capolino i colori nella natura: le piante si ricoprono di gemme e la fioritura delle prime bulbose porta il colore nei prati, che tornano ad illuminarsi di un bel verde smeraldo costellato di una moltitudine di puntini colorati.
Non solo mimose
Nelle nostre case la prima esplosione di colore è quella tipicamente marzolina della mimosa che compriamo per la Festa della donna, accompagnata come spesso accade, da due fiori molto simpatici e colorati: gli anemoni e i ranuncoli, entrambi portatori d’amore come da tradizioni.
Tra Zefiro e Borea
L’anemone, infatti, il cui nome significa “fiore del vento”, nella mitologia greca era la ninfa di cui si erano innamorati i due venti Zefiro e Borea. I due nel contendersela scatenarono tempeste provocando l’ira di Flora, che la trasformò in fiore. Il soffio fresco e leggero di Zefiro l’avrebbe fatta fiorire, mentre il freddo di Borea l’avrebbe privata anzitempo dei petali: in effetti, se ci pensiamo è veramente così, perché i petali vitrei di colore molto saturo tendono a svanire in pochi giorni.
Bachelor button
Sua maestà il ranuncolo è un fiore di rara bellezza, opulento, meraviglioso, un fuoco d’artificio di colore. Se in passato eravamo abituati a vedere i ranuncoli grandi poco più di margherite, ora invece esistono dei “cloni” ottenuti negli anni ibridando e selezionando le varietà migliori che sono grandi quanto il frutto di un mandarino – e anche più – con moltissimi strati di petali.
In pochissimi sanno però, che in Inghilterra, insieme al fiore della Caltha e a quello dell’Aquilegia che sono spontanei, veniva chiamato dalle ragazze da marito bachelor button, cioè fiore dello scapolo.
L’usanza era di tenere nel grembiule alcuni mazzetti di questi fiori campestri, assegnando ad ogni fiore il nome di un pretendente cui rivolgere le attenzioni, quello che si sarebbe aperto per primo avrebbe deciso il destino della coppia: un vero e proprio fiore dell’amore, quindi.
Allegria in vaso
Tralasciando però le tradizioni, sono due fiori di straordinaria bellezza, a mio giudizio mai veramente e apprezzati come invece meritano, in quanto non sono di lunga durata, ma d’altronde la bellezza dei fiori per sua natura, è giusto che sia effimera.
Pensate alla bellezza e ai colori primaverili di un mazzo di anemoni, ranuncoli, mimose e ginestre: pensate al profumo che inonderebbe la vostra casa e alla sensazione di allegria che vi donano quei colori così saturi e mediterranei.
Eccellenza tricolore
Sì, poiché una delle caratteristiche di questi fiori è proprio di essere un prodotto italiano della riviera dei fiori, una vera eccellenza che tutti ci invidiano. Poco ci importano i significati che vengono loro attribuiti, visto che davanti alla loro vivacità le nostre giornate prendono tutta un’altra piega.
I consigli dell’esperto
Se siete preoccupati per la loro breve durata, ecco un paio di consigli per farli vivere a lungo: metteteli in un vaso con acqua fresca e pulita, tagliate diagonalmente il gambo con un coltello ben affilato (come si fa con tutti i fiori) e poi aggiungete all’acqua una paio di gocce (ma non di più) di candeggina, perché essendo fiori a gambo cavo sono più soggetti degli altri al deperimento batterico.
Potrete goderveli più a lungo… e chissà che non sbocci anche qualche nuovo amore. .