Garofano d’Argento a Marco Introini
Il mese scorso, in Sicilia, il floral designer gallaratese, che è anche opinionista di VareseMese, ha ricevuto l’ambito riconoscimento alla carriera
“Cultura e stile italiano nell’arte floreale”
di Chiara Milani
L’assegnazione de Il Garofano d’Argento, che ti è stato consegnato il mese scorso in Sicilia, è germogliata inaspettatamente oppure attendevi che sbocciasse questo premio?
Decisamente inaspettatamente. Avendo iniziato in giovane età la mia professione, non mi sono mai posto l’obiettivo di avere qualche riconoscimento. Pur avendo organizzato decine di concorsi negli anni, non mi è mai piaciuto partecipare da concorrente, non tanto perché mi mancasse lo spirito competitivo, ma per l’esatto opposto, ovvero il conservare un buon rapporto di collaborazione e stima con tutti i colleghi: troppo spesso, infatti, l’eccesso di competizione crea gelosie e inimicizie, che non appartengono al mio carattere. Chiaramente, però, se come in questo caso arriva un premio alla carriera, la soddisfazione è piena.
Parlaci di questo riconoscimento, che è tra i più longevi a livello internazionale…
Il premio Garofano d’Argento nasce a Giarre, alle pendici dell’Etna nel 1978, per volontà di Carlo Calì, con l’obiettivo di promuovere le realtà floricole del territorio, dando lustro ai migliori produttori nell’ottica di creare una spirale virtuosa. Negli anni seguenti il premio venne via via assegnato a realtà del Belpaese e a chi promuove efficacemente il prodotto florovivaistico italiano nel mondo. Negli ultimi anni, poi, il Premio si è ulteriormente arricchito ed evoluto e 3 sono le sezioni principali: Premio internazionale alla professionalità Locatelli, Premio internazionale alla professionalità Continella e Premio Internazionale Matacera La Donna e il Lavoro. Nella fattispecie, il premio mi è stato assegnato con la seguente motivazione “Per aver promosso la cultura e lo stile italiano nell’arte floreale, tramite l’allestimento di grandi eventi come Euroflora, Orticolario, Expo 2015, Coppa Europa ecc, e in diverse trasmissioni televisive di successo quali Grazie dei Fiori, ed infine come docente di arte floreale presso la Scuola di Fondazione Minoprio”.
Vediamo dagli articoli che scrivi per VareseMese che, in effetti, sei spesso impegnato in grandi progetti, non soltanto in Italia.
Esattamente, alcuni sono anche menzionati della motivazione. Diversi di questi contesti sono ben conosciuti anche ai nostri lettori: Expo 2015, Euroflora, Orticolario, MyPlant & Garden sono i più importanti ma non sono gli unici. Negli ultimi 15 anni ho collaborato molto con il Mercato di Sanremo e con alcune importanti aziende olandesi, per cui ho tenuto workshop per una platea professionale, in Francia, Germania, Russia, Slovenia e lavorato anche in India e nel Principato di Monaco. Sarebbe bello continuare anche in altre nazioni e altri continenti, così da conoscere ulteriori culture. Nel mio lavoro a Bangalore ad esempio, ho collaborato con artigiani locali che hanno una manualità straordinaria nel lavorare il fiore, creano collane nuziali lavorando singolarmente centinaia di petali di rose e fiori di gelsomino, con una delicatezza ed una velocità che nel resto del mondo è sconosciuta.
Programmi per il futuro?
Il premio è sicuramente uno stimolo a continuare sulla strada intrapresa, visto che è stata apprezzata e probabilmente è quella giusta. In calendario ci sono già le prossime fiere del settore e poi si spera che il lavoro per eventi e matrimoni, che è stato pesantemente ridimensionato dalla pandemia, ritorni ad avere nuovo vigore. Poi, naturalmente, c’è la formazione: sono arrivato ad un’età in cui è importante trasmettere il sapere alle nuove generazioni per fare in modo che la professione si perpetui. Vedo tanto entusiasmo e tanta capacità nei giovani e questo mi fa ben sperare per il futuro della fioristica.
In foto: Marco Introini con il Garofano d’argento ricevuto in Sicilia