Rin… Caro Babbo Natale [VIDEO]

di Andrea Mallamo

La puntata mensile del nostro approfondimento tv, Varese diamo i numeri, ha analizzato le preoccupazioni lanciate dal Codacons e dall’Ufficio Studi di Confcommercio, con uno zoom sul nostro territorio

di Chiara Milani

Il conto alla rovescia per le feste è scattato. Peccato che il Codacons (Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e la tutela dei diritti di utenti e consumatori) abbia lanciato l’allarme “Natale salato”, perché c’è il rischio di rincari a catena con l’aumento dunque dei prezzi dei prodotti e dei servizi legati alle festività.

Natale “salato”

A spiegarci perché si tratti di preoccupazioni fondate è l’economista della Liuc Business School, Massimiliano Serati: “E’ un timore che potremmo estendere anche ben al di là del Natale ed è il portato di un insieme di fenomeni che stanno ahimè colpendo i mercati sia delle materie prime, con il razionamento dell’offerta e il surriscaldamento dei prezzi, sia di molti componenti intermedie, tanto da far mancare anche i prodotti sul mercato”. Tradotto in cifre, prosegue l’esperto, “il Codacons parla di una stima di poco meno di 1 miliardo e mezzo di incremento della spesa per il Natale legato proprio a questo effetto inflazionistico, che si sta generando sui mercati internazionali”.

Pranzo “di lusso”

Questa festività, in particolare, fa rima con tavola, soprattutto anche se non soltanto in Italia. Quindi, nella speranza ovviamente di poter tornare a riunirsi con i parenti e con gli amici, a casa piuttosto che al ristorante, è bene capire quali rincari saranno serviti. “Soltanto per la cena della Vigilia e il pranzo di Natale, è previsto un rincaro che, cumulato, accuserebbe circa 100 milioni di euro per le famiglie italiane, imputabile ovviamente al rialzo delle materie prime alimentari, ma anche a tutta la catena logistica, perciò l’aumento dei costi di trasporto per effetto dell’incremento di quelli delle materie prime energetiche”, chiarisce il docente di Politica economica, al vertice del dipartimento della Ricerca dell’università Cattaneo di Castellanza.

Carrello della spesa “pesante”

In particolare, per quanto riguarda gli alimentari, tra il Natale 2019 e quello 2021, secondo l’analisi la spesa lieviterà soprattutto per pandori, panettoni e dolci, ma anche pasta e pane, tutti a +10%. Mentre per spumante, vino e bevande si pagherà “soltanto” l’1,5% in più. Ancora: ortaggi, frutta fresca e secca faranno registrare un +2,7%, pesce carni e salumi un +2,5% e formaggi e uova un +2%.

Regali e viaggi, sorprese sotto l’Albero

Ma non è finita qui. Perché la festa più amata dai bambini significa anche regali e, almeno in epoca pre Covid-19, viaggi. Le sorprese sotto l’Albero, però, rischiano di non piacere. “Qui i numeri sono ancora più eclatanti”, anticipa infatti il nostro interlocutore: “Per i regali e gli addobbi si parla di un incremento di 380 milioni di euro di spesa per le famiglie italiane e per i viaggi arriveremo addirittura a sfiorare il miliardo di euro”. Quindi, il commento: “La cosa curiosa è che nel momento in cui anche gli Stati Uniti hanno quasi eliminato del tutto le restrizioni alla mobilità fuori dal Paese, ci troviamo di fronte a questo nuovo problema che rischia di penalizzare ancora il mercato del turismo sia per affari sia per tempo libero”.

Gelata sugli acquisti?

Proprio a causa di questi rincari, peraltro, l’ufficio studi di Confcommercio teme una “gelata” sugli acquisti. Ma sarà veramente così? “Ovviamente è difficile fare un pronostico senza la sfera di cristallo. Tendenzialmente la domanda di consumo in corrispondenza del Natale non è estremamente elastica rispetto al trend”, risponde Serati, che aggiunge: “Può darsi che le famiglie italiane sopportino i rincari nei limiti del possibile, ma non eccedano nella contrazione dei consumi. L’ufficio studi di Confcommercio parla di 2 miliardi e 700 milioni in meno di consumi con un’inflazione al 3%”. Quanto all’area del Varesotto e dell’Alto Milanese, l’economista conclude: “Forse noi staremo un po’ sotto al 3%: io credo che staremo anche sotto quella contrazione dei consumi con il nostro territorio, che credo non farà differenza rispetto almeno al contesto più ampio del Nord del nostro Paese”.

Un sacco di speranza!

Di fronte a simili dati, sembra esserci ben poco da festeggiare. In aiuto, però, arriva come sempre la penna del cartoonist Tiziano Riverso. Dopo aver ascoltato l’analisi, il disegnatore infatti ci regala un sorriso. In vista di questo bianco Natale, che rischia di essere un Natale in bianco, ci propone infatti un’immagine della conversazione tra un bambino e Santa Klaus. Il primo chiede al secondo: “Che cosa mi hai portato?”. E Babbo Natale risponde: “Un sacco di speranza!”. Speriamo ne porti davvero tanta a tutti.

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Macroaree

 

1,5

miliardi di euro: è l’aumento della spesa previsto dal Codacons per il Natale 2021 a causa dei rincari a catena

 

100

In milioni di euro: è il rincaro previsto per le famiglie italiane per via del rialzo delle materie prime alimentari, ma anche a tutta la catena logistica

 

380

milioni di euro: l’incremento del costo stimato per i regali di Natale e gli addobbi per le case delle famiglie italiane

 

1

miliardo di euro: l’aumento che si arriverà a sfiorare per i viaggi, penalizzando così ulteriormente un settore già molto colpito dal Covid-19

 

3%

L’inflazione prevista dall’ufficio studi di Confcommercio, che in vista delle festività parla di 2 miliardi e 700 milioni in meno di consumi

 

Spesa alimentare

 

+2,5%

Secondo il Codacons, tra il Natale 2019 e quello 2021 la spesa per pesce, carne e salumi aumenterà di 22 milioni e mezzo

 

+1,5%

Per spumante, vino a bevande gli italiani pagheranno 6,5 milioni in più, passando da 430 a 436,6 milioni di euro

 

+10%

Per pandori, panettoni e dolci si spenderanno 30 milioni in più dell’ultimo Natale pre Covid, per un totale di 330 milioni

 

+10%

Anche pasta e pane dovrebbero subire un rincaro del 10%, pari a 2 milioni di euro, per una spesa totale di 220 milioni

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