Nel Varesotto dimezzate le invenzioni registrate, ma per l’Innovation Patent Index la provincia è prima in regione per internazionalizzazione, qualità e tempo. La nostra inchiesta nella trasmissione Varese, diamo i numeri, che potete rivedere qui
di Chiara Milani
Le invenzioni nascono a Varese, ma le imprese spesso le registrano a Milano. Un fenomeno, quello delle idee che “emigrano” dalla provincia al capoluogo lombardo, che secondo la Camera di Commercio varesina spiegherebbe come mai, dati dell’Uibm (Ufficio italiano brevetti e marchi) alla mano, in un decennio i numeri relativi al Varesotto si siano dimezzati. Anche se nessuno – o quasi – ne parla.
Al museo intitolato a Leonardo la prima fiera dei brevetti
In occasione di InnovAgorà – la prima fiera dei brevetti che farà incontrare ricerca e aziende, promossa dal Miur (Ministero dell’Istruzione, università e ricerca) al Museo della Scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci di Milano dal 6 all’8 maggio – abbiamo voluto analizzare la situazione.
Italia quinta in Europa, decima nel mondo
Se si dà uno sguardo all’Epo (European patent office), si nota che lo scorso anno l’Italia – che culla il sogno di portare a casa l’Ufficio dei brevetti europeo – è al decimo posto per application ricevute da tutto il mondo e al quinto in Europa, dopo Germania, Francia, Svizzera e Svezia.
Milano attrae le nostre idee
Ma qual è la situazione locale? “Negli ultimi anni non stiamo più elaborando questo tipo di dati, in quanto le imprese sono libere di registrare i propri brevetti in territori diversi e le nostre spesso lo fanno a Milano: di conseguenza, non sempre le statistiche riescono a ritrarre la situazione reale”, ci rispondono dall’Ufficio Studi dell’ente camerale di piazza Monte Grappa.
Varese, un caso isolato
In effetti, i numeri dell’Uibm mostrano che, se nel 2008 i brevetti registrati a Varese erano 138, nel 2018 sono stati 71, quindi praticamente la metà. La nostra provincia, che dieci anni fa era la seconda in Lombardia con lo 0,8 del totale è dunque scesa al quinto posto, con lo 0,36%, dopo Brescia (balzata al 3,95% con 788 registrazioni), Monza e Brianza (che ha triplicato i suoi numeri, passando da 80 a 240 e dallo 0,4 all’1,2) e Bergamo (stabile). Con il risultato che, se in termini assoluti il capoluogo lombardo è cresciuto di oltre duemila unità, arrivando a più di 18mila, dal punto di vista percentuale però in regione è calato di due punti (dal 95 al 93%). Numeri che farebbero pensare che, dunque, la tendenza “milanocentrica” non riguarderebbe l’intera Lombardia, bensì più che altro Varese.
La Lombardia cresce meno dell’Italia
Ciò in un contesto in cui la nostra regione è cresciuta di oltre 2.500 registrazioni, arrivando quasi a quota ventimila, ma perdendo peso specifico in Italia, dove i dati sono passati da poco meno di 37.500 a 51.250. Il che significa che se prima la Lombardia esprimeva oltre il 45% del totale nazionale, oggi contribuisce per meno di 4 brevetti su 10.
Nuovi marchi, la regione perde terreno
La regione del capoluogo meneghino, inoltre, ha mantenuto gli stessi livelli per quanto riguarda i marchi (oltre 16.000), a fronte però di un incremento nel Belpaese, dove sono passati da circa 52mila del 2008 a oltre 58.500 del 2018. In questo contesto, di pari passo alla tendenza lombarda, Varese è soltanto lievemente calata, rimanendo attorno alle 350 registrazioni e perdendo una posizione a livello regionale (da quarta a quinta).
Disegni tra alti e bassi
Infine, nello stesso periodo, i disegni sono quasi dimezzati in Italia (da circa 68mila a 36mila), mentre sono rimasti pressoché stabili a livello lombardo, con la regione che guadagna 3 punti percentuali nello scenario nazionale (da 25,5 a 28,8 %).
Un nuovo indice per misurare la capacità d’innovare
Ciò detto, proprio in provincia di Varese, e più precisamente all’università Cattaneo di Castellanza, è nato un nuovo strumento per misurare la capacità d’innovare d’imprese e territori. Presentato ad aprile al Grattacielo Pirelli a Milano, l’Ipi (Innovation Patent Index), ha dato a Varese la medaglia d’argento lombarda. “Il nostro indice supera il tradizionale approccio basato sul numero di brevetti e fornisce un quadro che guarda al futuro, proprio perché valuta la capacità innovativa e non soltanto la performance passata”, spiega Raffaella Manzini, direttore del Centro sull’Innovazione tecnologica e digitale della Liuc Business School.
Gli indicatori della capacità innovativa di aziende e territori
Cinque gli indicatori dell’Ipi: efficienza (numero di brevetti in rapporto al numero di dipendenti), tempo (dedicato alla procedura di progettazione), internazionalizzazione (il numero di Paesi nei quali è valida la tutela), qualità (misura il grado di conoscenza e utilizzo del know-how tecnologico esistente) e diversificazione (i diversi ambiti tecnologici nei quali la specifica invenzione è inclusa). Ciò che ne emerge è che Varese è prima a livello regionale in termini di internazionalizzazione, qualità e tempo, terza per efficienza e soltanto nona come diversificazione tecnologica.
Pro e contro del nostro territorio
Tre in particolare gli elementi positivi in Lombardia e nel Varesotto. Innanzitutto, il fatto che ci siano imprese anche piccole che presentano un’ottima capacità innovativa. Poi il dato che a livello regionale si abbia un’elevata specializzazione tecnologica in ambito medicale, chimico e plastico, con le prime due classi – prevalenti nella nostra provincia – in crescita anche nel mondo, segno che il territorio si muove al passo con le tendenze degli altri Paesi. Interessante in particolare l’area del packaging, in aumento in provincia (5.500 brevetti) e anche a livello globale. Tra gli aspetti negativi, la quasi totale assenza del settore tessile, una volta fiore all’occhiello di queste parti, e la mancanza di aree legate all’ICT (Information and Communication Technologies). Ma anche il fatto che, mentre a livello mondiale il numero di brevetti è in aumento (3,17 milioni, + 4,5% in Europa 2017-2016), in Lombardia il trend complessivo è stabile o in leggera diminuzione in alcune aree.
Un calo su cui interrogarsi
Un calo, quest’ultimo analizzato, che conferma le statistiche del ministero e su cui non soltanto la regione, ma anche il Varesotto, parte in causa, dovrebbe comunque interrogarsi.
Disegno di Tiziano Riverso