Ciak, si gira? [VIDEO]

di Andrea Mallamo

La nostra trasmissione mensile di approfondimento tv Varese, diamo i numeri a settembre ha spulciato tra le statistiche cinematografiche, cercando di analizzare le proiezioni future per un settore molto provato dal Covid-19

 

di Chiara Milani

“Attesi gli effetti di Venezia e green pass”

Il lieto fine non è scontato. Quantomeno, però, speriamo che siano passate le scene più desolanti. Quelle con i cinema chiusi, le poltrone vuote, gli operatori senza lavoro. Dopo un 2020 da dimenticare, da qualche mese hanno infatti riaperto i battenti le sale cinematografiche.

L’annus horribilis

“Quello scorso è stato davvero un un annus horribilis, come peraltro per altri settori economici”, conferma l’economista Massimiliano Serati, che cita i dati di Anica, l’Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e digitali: “Per dare qualche numero, parliamo di un – 70% sia delle presenze nelle sale sia degli incassi”. E dire che, dopo un bel 2019, il 2020 era partito bene. “Il tracollo ovviamente è iniziato a marzo, con l’arrivo del Covid19, ed è un/peccato perché invece i primi due mesi dell’anno erano stati all’insegna di una significativa crescita”, conferma il nostro interlocutore.

La fame di cultura

Già nell’ultima puntata della nostra trasmissione tv Varese, diamo i numeri (in onda ogni primo venerdì del mese alle 20.10 su Rete55), Serati aveva preannunciato la fame di cultura che ci sarebbe stata dopo la ripresa, sottolineando la sua importanza anche dal punto di vista economico.

I due fattori chiave

Ora, per il cinema, si aspetta l’effetto sostanzialmente di due fattori: da un lato la mostra internazionale che c’è appena stata a Venezia e dall’altro, naturalmente, il green pass, obbligatorio per assistere alle proiezioni dei film al chiuso.

Italia batte Usa

Intanto, ad agosto, fa il quotidiano La Repubblica aveva pubblicato un interessante articolo sulle diverse reazioni che ci sono state nei vari Paesi alla riapertura delle sale. “La situazione è intrigante, ma allo stesso tempo tutta da esplorare: da giugno in poi, soprattutto con riferimento all’Italia, il pubblico è tornato a frequentare i cinema con flussi consistenti e in crescita”, illustra il ricercatore: “Quindi, l’ipotesi di un forte rilancio da questo mese in poi rimane valida. Tuttavia, ovviamente, parliamo di soltanto pochissimi mesi dalla riapertura, per cui le incognite sono ancora molte”. I primi riscontri, però, sono incoraggianti: “Il dato interessante è che il nostro Paese sembra avere registrato un sussulto positivo superiore addirittura agli Stati Uniti, che per tanti motivi che ben sappiamo sono un po’ la madre del cinema moderno e quindi rappresentano un punto di riferimento”.

Cambiano le “finestre”

Proprio partendo dalla patria di Hollywood, ciò che è accaduto ha cambiato anche il modo di consumare il cinema, trasformando l’equilibrio tra le classiche sale cinematografiche e le piattaforme per la visione domestica. “E’ un fenomeno che negli Usa da qualche tempo è nel mirino degli analisti, ma che anche in Europa ormai è ampiamente percepibile””, ci spiega colui che è abituato a leggere le statistiche: E’ una novità in parte indotta dalla necessità imposta dal lockdown di fruire dei film stando a casa, ma probabilmente pure da una tendenza più diffusa a utilizzare lo streaming o comunque il supporto digitale in qualunque contesto. Negli Stati Uniti le grandi case produttrici di film stanno già avviando accordi con i circuiti delle sale cinematografiche proprio per evitare che ci sia un meccanismo di/spiazzamento nei confronti di queste ultime e quindi per ora la prassi più diffusa è, al lancio di un film, praticare l’idea che per alcune settimane sia disponibile contemporaneamente nelle sale e sulle piattaforme”. per vedere cosa succederà.

La rivincita delle donne

Intanto, ci sono altri numeri interessanti. Infatti, a Venezia, Jane Campion, la regista di Lezioni di piano, già Palma d’oro a Cannes, ha detto sostanzialmente che il movimento #metoo è stata la fine dell’apartheid per le donne nella cinema. Un ambiente, quest’ultimo, da sempre sostanzialmente maschilista. In effetti, le statistiche sembrano darle ragione, anche se non valgono per tutte le donne. “Il dato più rilevante è che il 40% dei film che hanno avuto maggior successo negli Usa ha protagoniste femminili, a cui si aggiunge un circa 15% in cui le donne sono coprotagoniste con la medesima visibilità degli uomini”. Un trend in crescita rilevante, quello registrato nel 2019, con ben il 9% in più rispetto all’anno precedente. “Se vogliamo, l’ombra che rimane nascosta dietro a questo dato è che la prevalenza di questi casi riguarda donne bianche, occidentali, con ancora invece una limitatissima presenza delle altre etnie”, conclude Serati: “Quindi, forse c’è un neonato rispetto per la questione gender, ma non ancora verso altre dimensioni della parità dei diritti e dei ruoli”.

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Le sale

2020

L’annus horribilis per il cinema, che da marzo in avanti ha registrato un crollo, dopo la buona annata precedente e due primi mesi incoraggianti

 

-70

In percentuale, la perdita sia delle presenze nelle sale sia degli incassi a causa dell’emergenza sanitaria, che ha portato alla chiusura delle sale

 

5

I mesi di chiusura dei cinema per via del Covid 19, interrotti soltanto dalla pausa estiva

 

246

I nuovi film di prima programmazione distribuiti in sala nel 2020 (-277 rispetto al 2019), di cui 124 italiani (-93)

 

2

I fattori chiave di cui ora si aspetta l’effetto: da un lato la 78esima mostra internazionale di Venezia e dall’altro il green pass obbligatorio per le proiezioni al chiuso

 

I film

 

40%

Nel 2019, 4 su 10 dei film che hanno avuto maggior successo negli Usa aveva protagoniste femminili

 

17%

Le pellicole in cui di recente le donne sono state coprotagoniste con la medesima visibilità degli uomini

 

43%

Le produzioni in cui i ruoli principali hanno ancora un cast del tutto appannaggio degli uomini

 

16%

I blockbuster con donne protagoniste nel 2002: il trend di crescita è stato dunque molto significativo negli ultimi 20 anni

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