di Mario Picozzi
Il team della Medicina Legale Universitaria dell’Insubria (il direttore della scuola, Mario Picozzi, i docenti Jutta Birkhoff e Cesare Garberi, la specialista Chiara Rossetti e gli specializzandi Matteo Luca Burlando, Elia Manfrin, Pietro Redaelli, Camilla Riva) analizzano per noi la differenza tra realtà e finzione sul piccolo schermo
Il crime è sempre stato uno dei generi più apprezzati dal grande pubblico, fin dai tempi di grandi classici come i romanzi di Sherlock Holmes di Sir Arthur Conan Doyle, passando per le ormai “preistoriche” serie televisive cult, come La Signora in Giallo, Il Tenente Colombo e il Dott. Quincy, fino ad arrivare alle più moderne, distribuite sui canali televisivi o sulle note piattaforme streaming: dalle internazionali CSI, Dexter, Balthazar alle fiction Italiane come L’Allieva, solo per citarne alcune.
Tra suspence e colpi di scena
Le motivazioni per le quali questo genere è sempre stato in grado di suscitare questo immortale successo sono molteplici, ma sicuramente mistero, suspence e colpi di scena risultano ingredienti imprescindibili per attrarre la curiosità degli spettatori.
Tra il dire e il fare…
Tuttavia, la realtà spesso è ben diversa dalla finzione narrativa che ci viene raccontata da autori e registi; infatti, la massima attenzione nel rispettare il metodo medico-scientifico di indagine e la meticolosità con cui gli studi vengono compiuti nella pratica medico-legale sono frequentemente poste in secondo piano nella trama delle nostre amate serie crime. Molto spesso ciò accade non perché gli accertamenti investigativi vengano effettuati con superficialità, ma perché nella professione reale ciò richiede numerosissime ore di lavoro, in cui vengono svolti anche compiti ordinari che renderebbero inevitabilmente noiosa ed eccessivamente prolissa la narrazione. Sarebbe, infatti, poco accattivante per l’audience passare il tempo davanti allo schermo per vedere il medico legale sfogliare pagine e pagine di atti procedurali e cartelle cliniche per cercare di ricostruire le circostanze e la dinamica di un delitto; d’altra parte, anche unicamente indagine autoptica, se eseguita con impeccabile rigore medico legale, richiederebbe da sola ore ed ore di attenta dissezione anatomica, per non pensare poi ai tempi necessari per l’esecuzione di tutte le metodiche in ambito tossicologico e laboratoristico.
Se bastasse così poco…
Altro punto di critica – forse primo per importanza – è la rapidità con cui, in quasi tutti i casi, si giunge alla diagnosi immediatamente al termine dell’autopsia o addirittura al termine del sopralluogo giudiziario sulla scena del delitto. Ciò, purtroppo, non corrisponde infatti alla realtà, perché l’indagine necrosettoria non si conclude al termine dell’autopsia, ma si completa solo con approfondite indagini istologiche che rappresentano la conferma microscopica di quelle che erano solo ipotesi, basate sui reperti macroscopici osservati in sala anatomica.
Vietato impressionare il pubblico
Un’ulteriore differenza può essere incontrata in quella che è la parte centrale dell’indagine medico-legale, ovvero l’esame autoptico: si tratta infatti di una attività medica che prevede passaggi che potrebbero risultare eccessivamente cruenti alla vista di molti, anche soltanto attraverso uno schermo. Quello che viene mostrato va raramente oltre l’incisione della cute, e quasi mai eventi violenti causano lesioni verosimili a quelle che purtroppo siamo abituati a vedere nella realtà. Inoltre, la ricostruzione di come appare l’interno del corpo umano è spesso molto semplificata, così che possa essere compresa anche da chi non possiede particolari conoscenze anatomiche.
Parola d’ordine: intrattenere
Infine, dobbiamo ricordarci che questo genere è nato per intrattenere e non certo per informare, ovvero fornire informazioni veritiere sull’attività professionale di un medico legale, per cui non dobbiamo stupirci se in ogni caso affrontato ci sia sempre qualche sorpresa nascosta, qualche risvolto che è pronto a ribaltare quello che sembrava ovvio dai dati circostanziali, un omicidio spacciato per suicidio o elementi decisivi che vengono scoperti proprio quando le indagini sembravano oramai arenate. Questi sono proprio i colpi di scena che rendono la storia accattivante e appassionano gli spettatori, riuscendo a mantenere alta la curiosità per moltissime stagioni.
Lì, dove la soluzione non é scontata
Possiamo concludere affermando che nella pratica medico-legale, così come in tutte le scienze mediche, il percorso per giungere alla “diagnosi” è sempre lungo e complesso e le conclusioni non sono sempre così scontate, né così certe.