Archiviata la stagione invernale, Daniela Negrini, fisiologa dell’Università degli Studi dell’Insubria, ci spiega perché, dal punto di vista biologico, l’equinozio primaverile porti con sé maggior benessere per tutti
di Daniela Negrini
La sensazione di benessere e di ritrovata energia è una piacevole esperienza comune all’aprirsi della stagione primaverile. Ora, uno dei grandi vantaggi evolutivi dell’uomo e dei mammiferi sul resto del regno animale è quello di poter essere sempre efficiente, anche in condizioni ambientali e stagionali avverse. Tuttavia, è indubbio che la primavera, al contrario del periodo estivo più caldo, abbia effetti positivi sul nostro benessere psicofisico.
Il nostro “orologio interno” è puntuale
La principale causa di tale fenomeno è da ricercare… nel sistema solare. Infatti, grazie all’inclinazione della Terra sul suo asse, a nord dell’equatore la durata del giorno è massima in corrispondenza del solstizio d’estate, mentre all’equinozio primaverile o autunnale il giorno e la notte hanno durata simile. Nell’occhio umano, i fotoni di luce sono percepiti da recettori molto specifici della retina che trasferiscono le informazioni relative allo stimolo luminoso sia alla corteccia cerebrale sia al cosiddetto “orologio interno”, una struttura ipotalamica che stabilisce la durata del ciclo biologico dell’organismo. Inoltre, le informazioni luminose vengono inviate alla ghiandola pineale sita alla base del cervello, che produce melatonina, un ormone che favorisce il sonno e riduce lo stato di veglia e di attenzione. In primavera, la maggior esposizione alla luce causa dilatazione delle pupille, aumenta lo stato di attenzione e la frequenza cardiaca e riduce i livelli di melatonina, favorendo così lo stato di veglia come dimostrato dal fatto che il cervello esprime la massima capacità di concentrarsi in corrispondenza del solstizio d’estate e le massime capacità mnemoniche in corrispondenza dell’equinozio primaverile.
L’uscita dal “letargo” invernale
Si ritiene che lo stato di benessere associato all’arrivo della primavera possa essere legata anche al venir meno del cosiddetto disturbo affettivo stagionale, più comune nelle donne e caratterizzato da mancanza di energia ed eccessiva sonnolenza. Il disturbo si manifesta in autunno/inverno e scompare o migliora significativamente in primavera/estate, in associazione con il sorgere precoce del sole. E’ stato dimostrato che, a differenza dei soggetti normali, nei quali la produzione di melatonina non varia con la stagione, i soggetti che soffrono di questo disturbo secernono l’ormone più a lungo durante le notti invernali che in quelle primaverili/estive.
Approfittiamone!
Quindi, possiamo senz’altro dire che, qualunque e per quanto complesse siano le sue cause scientifiche, la sensazione di benessere, di maggior energia e vitalità che percepiamo all’arrivo della primavera è un fenomeno basato su fondamenti biologici reali. Visto il periodo, conviene approfittarne.
Foto: Daniela Negrini