Violenze antiche e nuove

di Andrea Mallamo

Monsignor Claudio Livetti, già prevosto di Busto Arsizio, parla della piaga della brutalità umana dal testo sacro alle aggressioni di oggi

di monsignor Claudio Livetti

Appena apro la Bibbia incontro la potenza creatrice di Dio e l’azione distruttiva dell’uomo. Caino uccide Abele; Lamech dichiara: ”Fammi un graffio che io ti ammazzo”; Simone e Levi, figli di Giacobbe, fanno una strage per vendicare la violenza fatta alla loro sorella Dina; Giosuè elimina i popoli che vivevano nella terra promessa prima del suo arrivo; Saul è reietto da Dio perché sanguinario; Davide violenta Bersabea e ne fa uccidere il marito.

Quando a uccidere è lei

Non mancano anche le “quote rosa”: Giaele, per liberare il suo popolo, ficca nella tempia di Sisara un picchetto della tenda e col martello lo inchioda al suolo; Giuditta stronca la testa del generale Oloferne con la sua stessa spada; Dalila con inganno ruba la forza sovrumana di Sansone tagliandone proditoriamente le lunghe trecce; la regina Gezabele fa sopprimere Nabot, per impossessarsi del podere confinante con la reggia e costringe il profeta Elia a scappare per salvarsi la vita… Alla faccia del comandamento: ”Non uccidere”!

Siamo sempre aggrediti

C’è l’aggressione pubblicitaria. Nel secolo scorso c’erano i cartelloni ai bordi delle autostrade. Adesso ci sono gli spot pubblicitari sullo schermo televisivo. Sono noiosi, spesso insulsi e puerili, ma vengono ripetuti continuamente in modo subdolo, perché fanno effetto. Gli spettatori diventano vittime indifese dei pubblicitari, predatori mediatici.

C’è l’aggressione giornalistica. Non sono cinico come Elbert Hubbard che dice: ”Il giornalista è una persona il cui lavoro consiste nel separare il grano dalla pula e nel far stampare la pula”, ma qualche volta, prima di aprire il giornale, dico: ”Dacci oggi le nostre bugie quotidiane”, perché più che la verità trovo le notizie, non sempre oggettive e spesso condizionanti.

C’è l’aggressione verbale. Pierino ha preso le botte dal fratello più grande, ma si consola con la mamma: ”Lui me ne ha date…ma io gliene ho dette!” È difficile dire se è più forte e aggressivo chi ha la mano pesante o chi ha la lingua biforcuta che punge con interminabili filippiche.

Ci può essere perfino l’aggressione del silenzio, non meno subdola e distruttiva di quella della parola. Il conflitto tra persone è come una guerra: le parole sono come una corazzata che parte a sirene spiegate, i silenzi sono come sommergibili che viaggiano sott’acqua senza farsi notare, ma creano gli stessi effetti dirompenti.

Bisogna pur vivere

Nei conflitti si deve ricorrere in prima battuta al dialogo, che significa due che si ascoltano. Non ci può essere dialogo tra due sordi e nemmeno tra due che si dichiarano, l’uno: ”Io ho sempre ragione” e l’altro “Io non ho mai torto”. La superbia rende arroganti, irragionevoli e aggressivi e porta al conflitto, l’umiltà insegna ad essere ragionevoli, concilianti, a vedere il risultato finale, anche se c’è da fare un passo indietro. Nel rapporto tra le persone deve esserci sempre un grande rispetto.

Dalla Legge scout ho imparato a rispettare la natura, le piante e gli animali. A maggiore ragione deve essere rispettata la persona: giovane o anziana, uomo o donna, povero o ricco, connazionale o estero, credente o miscredente, acculturato o analfabeta, forte o debole…Ogni essere umano è un microcosmo: un piccolo mondo inviolabile. Una visione religiosa vi intravede l’immagine e la somiglianza del Creatore. Una visione storica esalta le figure vittoriose dei non violenti Gandhi e Martin Luter King.

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