Vacanze, che bello!

di Milani

Ecco perché a ogni età le ferie aiutano a ricaricare le energie

di monsignor Claudio Livetti

Hai bisogno di un cambiamento di anima,
più che di un cambiamento di clima.
Sbarazza il tuo spirito dai suoi pesi.
Nessun luogo potrà soddisfarti
finché non lo avrai fatto.
(Seneca)


Ho sempre odiato i compiti delle vacanze: li rimandavo agli ultimi tre giorni per non essere rimproverato dall’insegnante. Ringrazio Dio di essere sempre stato promosso a giugno e non rimandato a settembre: sarebbe stata la rovina delle vacanze. Giusy Versace, atleta paraolimpica, dice: “Ieri è il passato. Domani è il mistero. Oggi è il dono”. Tra un anno scolastico passato e un futuro anno scolastico, mistero da scoprire, è bello godere l’oggi fuggevole: le vacanze. Un proverbio inglese dice che il tempo è troppo lento per quelli che aspettano, troppo svelto per coloro che temono, troppo lungo per coloro che piangono, troppo breve per coloro che gioiscono. Vivere bene il breve tempo delle vacanze è una medicina per la salute fisica e psichica. La psicanalista Catherine Ternynke dice: “La capacità di muoversi nelle tre dimensioni del tempo è un indizio di salute psichica. Per chi sta bene il tempo è un alleato. Invece il nevrotico inciampa in un tempo impedito. Il depresso si esaurisce in un tempo senza futuro. Il perverso ripete un canovaccio immutabile. I crolli identitari sono sempre segnati da un indebolimento della temporalità”.
La vacanza è importante anche per gli adulti che hanno sostenuto una fatica fisica per lunghi mesi nel loro mestiere e per i professionisti che hanno fatto sudare il cervello. Le ferie sono un diritto che fa parte del contratto di lavoro, ma soprattutto sono un’esigenza di sosta e tranquillità, staccando la spina. I figli liberi dalla scuola e i genitori liberi dal lavoro possono finalmente stare insieme per vivere momenti distensivi e godere la possibilità di parlarsi e di ascoltarsi, resa difficile nel tempo della scuola e del lavoro. Troppe volte ho sentito lamenti del tipo: “Mio marito non mi ascolta mai!”.
È una cosa meravigliosa stare tutti insieme, magari anche senza dire troppe cose, perché il silenzio è una stupefacente forma di ospitalità: chi non si sente accolto dal tuo silenzio, certamente non si sentirà accolto dalla tua parola. Gandhi diceva: “Se urli tutti ti sentono, se bisbigli ti sente solo chi ti sta vicino, se stai in silenzio chi ti ama ti ascolta.
In ogni famiglia viene il momento in cui i figli, diventati grandi, non vogliono più stare in vacanza coi genitori e preferiscono altre compagnie e altre modalità. Può essere un’occasione d’oro per la coppia che si trova da sola, senza prole e senza impegni, come quando si era sposini. Quando sono nati i figli la coppia coniugale è diventata coppia genitoriale. È una ricchezza, ma può essere anche un pericoloso impoverimento, perché si possono smarrire i motivi più personali e profondi dell’incontro originario. Ho conosciuto qualche coppia giunta alla separazione per avere speso tutte le energie per i figli, trascurando il rapporto a due.
Il Matrimonio è un capolavoro e come tale richiede un lavoro di “ripulitura”. È un po’ come dover liberare un oggetto prezioso dalle incrostazioni del tempo o come riscoprire un antico affresco sotto gli strati di pittura aggiunti nel corso dei secoli: solo allora l’affresco originario apparirà in tutta la sua semplicità e bellezza, come l’autore lo aveva pensato. La natura profonda e originaria del Matrimonio è un’alleanza intima e forte tra un uomo e una donna che si amano intensamente e che, insieme, sanno creare e far crescere la vita. Si comincia in due … e si finisce in due … “finché morte non ci separi”. Coi figli in giro per il mondo, anche se connessi coi telefonini, si possono godere le vacanze da soli, come due sposini in viaggio di nozze.

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