Ice cream queen

di admin

A tu per tu con Lucia Sapia di Busto Arsizio, prima donna campionessa del mondo di gelato

“Il gran segreto? La materia prima”

Prima donna a diventare campione del mondo di gelato e, da anni, premiata con i Tre coni, massimo del riconoscimento del Gambero Rosso. E’ una storia che sa di panna e cioccolato, ma anche di frutta fresca e persino di malvasia, quella di Lucia Sapia da Busto Arsizio. Che si ispira alla natura e ha una predilezione per i prodotti del territorio. Di qui, quello che definisce “il gran segreto” dei suoi gelati pluripremiati: “La materia prima: prodotti stagionali a chilometro zero”.

Buoni al palato e per la salute 

Il risultato sono gusti che, per esempio, in inverno sono un pochino più caldi, ricchi in uova piuttosto che in panna: dallo zabaione da Coppa del mondo, da accompagnare ai grandi lievitati, alla coscia ubriaca, con le pere cotte nel vino. E poi marron glacé, torroncino, la crema ai profumi di Natale… Ma anche i sorbetti “salva digestione”, a partire dal melograno e tutti gli agrumi. Gusti più da adulti, tipo il bergamotto, lo zenzero, il cardo mariano e il carciofo, buoni al palato e per la salute. E poi, per la gioia dei più piccoli, fior di panna col miele d’acacia degli apicoltori locali, cioccolato che parte dalla massa di cacao, sorbetto al mandarino o all’arancia rossa. Di qui l’appello alle mamme: “Cerchiamo di educare i bambini, che hanno un palato vergine, a mangiare meno cibo, ma di qualità”.

Uomini e donne, gusti diversi

Oltre che d’età, ci sono poi differenze dettate dal genere: “Gli uomini, soprattutto di mezza età, cercano soprattutto dei gusti un po’ più “sostenuti”, come piacciono anche a me. La donna ovviamente, magari quello senza latte, vegano o a basso indice glicemico”, ci spiega Sapia dopo trent’anni di esperienza dietro al bancone.

A scuola di dolcezza

Il tutto frutto di tanto studio, con una formazione davvero continua, e tanti sacrifici per poter arrivare al Campionato del mondo. “Collaboro con medici, con tecnologi alimentari, con docenti di scuole rinomate per migliorare sempre le nostre proposte”, ricorda infatti la campionessa, senza nascondere che diventare mamma di due bambine ha reso comunque più difficile partecipare alle competizioni internazionali. 

Il gelato del futuro? Tailor made

Un mondo in cui questa prelibatezza è in continua evoluzione: “Prima eravamo più attenti solo al gusto, adesso guardiamo anche al fatto che si tratti di ingredienti sani. Poi ci sono appunto tutte le intolleranze alimentari o comunque le attenzion rivolte al cibo. Ecco perché, secondo me, il gelato del futuro sarà sempre più sartoriale, quindi prodotto in base alle esigenze del cliente”, analizza infatti l’esperta. 

Un lusso per tutti

Quindi, monito finale: “Coni e coppette non devono diventare un prodotto elitario, nonostante i rincari di energia e materia prima che ci costringono ad alzare i prezzi”. Già, ormai spesso per una famiglia concedersi un buon gelato è diventata una spesa. Mentre è un “lusso” che tutti dovrebbero potersi concedere.

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