Mascherina? E’ un gioco!

di Andrea Mallamo

Francesca Tenchini – designer per la persona, insegnante di arte e mamma – è tra le finaliste del Premio Donna 2020 per aver ideato due iniziative che mirano ad “alleggerire” il peso dei dispositivi di protezione per i più piccoli. A ottobre ha parlato al decennale del Caffè letterario di Busto Arsizio

di Chiara Milani

L’idea è nata perché io sono un’insegnante di arte e sono mamma di una bimba di 3 anni”. Francesca Tenchini, che si definisce designer per la persona, racconta così com’è venuta alla luce Scherziamo seriamente, una linea di coloratissime mascherine lavabile a misura di bambino, sia under sia over 6: “Lo scorso marzo in Lombardia, avvicinandoci la fase 2, s’iniziava a sostenere che anche i bambini avrebbero dovuto mettere le mascherine. Non nascondo che io ero molto preoccupata per mia figlia, ma anche per i ragazzi a scuola. Per cui una notte ho pensato ai giochi che di solito facevamo e al fatto che magari le avrei fatte disegnare queste mascherine. Poi ho pensato al fatto che il nostro avviso sarebbe stato trasformato e che forse il gioco del truccabimbi potesse in qualche modo aiutarci a ironizzare un pochino su qualcosa che era diventato necessario”.

Mascherine formato mignon

Per concretizzare la sua idea, Tenchini ha coinvolto un suo ex compagno di scuola, con cui peraltro frequentava uno degli istituti che è stato più colpito dalla prima ondata del contagio, e che è proprietario di un calzificio per far fronte all’emergenza si era messo a produrre e donare mascherine. Anche se, fino a quel momento, soltanto per gli adulti. Poi, grazie alla nuova sinergia, sono arrivati la tigre, il micio, il coniglio, la coccinella e tanti altri personaggi formato mignon.

Gimbo, le orecchie dello squalo

Ma non è finita qui. Perché sempre per aiutare i più piccoli a sdrammatizzare la situazione, al contempo proteggendosi, è nato l’activity book Gimbo, le orecchie dello squalo. “Tra i soggetti delle mascherine avevo disegnato vari animali, perché i bimbi spesso vogliono trasformarsi in queste creature. Ma mi sono resa conto le lo squalo non avrebbe proprio tanto potuto indossare la mascherina, perché non i padiglioni auricolari come noi”. Nel frattempo, con la fase della riapertura, anche i ragazzini avevano cominciato a potersi incontrare di nuovo, ma con regole un pochino diverse da prima. “Mi sono resa conto che le istituzioni giustamente erano molto occupate a pensare alla logistica, alle normative e che mi sarei ritrovato a scuola a settembre senza avere un piano su come gestire le emozioni di questi bambini. Così, sia da genitore sia da insegnante, ho pensato a un libro-gioco, grazie a cui i bambini possono parlare un pochino di questa esperienza”. Senza, però, terrorizzarli. L’autrice infatti precisa: “Ci tengo a dire che nel libro non si citano virus e mascherine. I personaggi portano una maschera, ma per fare un gioco. Vorrei infatti che ai bambini si restituisce un po’ questa dimensione”. Tanto che, avendo intuito in anticipo che in questo lungo autunno-inverno i più piccoli avrebbero avuto bisogno di un tale strumento, Tenchini ha rinunciato alla pubblicazione da parte di un’importante casa editrice, che non avrebbe potuto pubblicare il libro fino a marzo, e lo ha autoprodotto.

Premio Donna 2020

Tutte iniziative destinate ad alleggerire il peso della mascherina per i bambini che, a ottobre, l’hanno portata sul palco del decennale del Caffè letterario di Busto Arsizio. E, a novembre, la vedono tra le finaliste del Premio Donna 2020 dell’associazione Innovation Future School.

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