Dagli strumenti creati con materiali naturali o di riciclo al “trucco” per addormentarsi in dieci minuti: l’artista e insegnante varesino Antonio Testa offre consigli per grandi e piccini
di Chiara Milani
Produttore, musicista, percussionista, insegnante di musicoterapia e propedeutica musicale, il varesino Antonio Testa è anche ricercatore di suoni e strumenti etnici e autore del libro Giocare con i suoni. Per capire l’energia positiva creata dalla musica partiamo dalla riedizione del volume che ha dato alle stampe per la prima volta nel 1999 e di cui ora è uscita la versione aggiornata nella collana Nomos Bambini.
Da anni ormai, in Italia e all’estero, lei insegna a creare i propri strumenti musicali con il riciclo creativo e materiali della natura o di oggetti uso quotidiano… Mi pare di capire che per lei ogni cosa suoni. Ci fa qualche esempio concreto?
Sono stati i bambini a darmi l’idea, giocando con loro, perché la fantasia di un bambino è mastodontica. Se prendiamo un foglio di un quotidiano e lo si sventola assieme a cinque o dieci persone viene fuori un temporale, se lo accartocciamo sentiamo il fuoco, se poi lo strappiamo a ritmo creiamo una poliritmia. Se poi siamo in classe e non abbiamo gli strumenti, perché ancora oggi abbiamo difficoltà nelle scuole italiane a differenza dell’estero, scopriamo che se si suona il banco con la matita ha un timbro, se lo si fa con la gomma un altro. Un bicchiere di plastica sfregato contro il muro può creare mondi sotterranei… Negli anni Novanta presi una cannuccia e la feci diventare un sax e la Walt Disney, Topolino, mi dedicò un paio di pagine per la costruzione di questo strumento.
Idee utili sicuramente anche in caso di quarantena, per non far annoiare i bambini. A questo proposito che in tanti dicono chi lockdown ha fatto un po’ riscoprire questo rapporto con la materie naturali, con cui lei ha uno stretto rapporto nella sua attività. Secondo lei è così?
Sì, in quel periodo ho creato una chat con miei ex allieve dove dedicavo dei video su come costruire strumenti con materiale naturale o riciclato.
Lei ha avuto appunto molte opportunità di insegnare ai bambini, che forse è la cosa che più le piace più in assoluto. Peraltro ha avuto la collaborazione anche con realtà come i carceri minorili, gli istituti psichiatrici, addirittura ha lavorato con alunni sordomuti. Insomma, perché la musica fa bene a tutti, dal suo punto di vista?
Perché è un mezzo per mettersi in comunicazione tra loro. E poi si utilizzano determinate frequenze, determinati suoni che fanno bene. Non soltanto. Se prendiamo ad esempio un tamburo, è circolare, per cui stiamo facendo geometria… è caldo o freddo? Liscio o ruvido? Queste domande sono molto importanti per un bambino che ha problemi, perché significa sviluppare i sensi.
In questo momento di grande stress per grandi e piccini, che musica ci consiglia di ascoltare?
La musica è bella tutta, basta che a uno piaccia. Poi se parliamo a livello scientifico è stato provato che le note di Mozart rielaborano tutta una parte di cellule della mente di una persona… per cui ascoltare della bella musica fa bene, anche al mattino o anche alla sera, la prima ad andare a letto. Ad esempio per le persone che soffrono d’insonnia, basta mettere un disco con le onde del mare e ci si addormenta in dieci minuti.