Mentre la location delle nostre interviste tv quotidiane “trasloca” dalla terrazza alle scale, simbolo della dura risalita che gradino dopo gradino tutti noi dobbiamo percorrere, dedichiamo il numero di settembre della nostra rivista al recovery… non solo fund
E’ il momento di crederci. Punto e basta. Con la forza di un ottimismo che non è cieco. Ma non vuole arrendersi.
Serve responsabilità sociale individuale
E’ il momento di credere che, per quanto sia dura la risalita dal baratro in cui molte esistenze e molte aziende sembrano essere precipitate, possiamo farcela. Con quella fatica fisica e mentale che da queste parti non ha mai fatto paura. E con quella dose massiccia di responsabilità sociale individuale di cui, oggi più che mai, non possiamo fare a meno. Per andare oltre le statistiche dei contagi con il segno + e della recessione con quello -. Il che vuol dire, a volte, andare oltre lo scoramento. E persino oltre la razionalità. E quest’ultima, forse, in questa terra di mezzo tra Milano e la Svizzera, potrebbe apparire la parte più difficile. Per chi non sa – o si dimentica – che il segreto del successo delle nostre imprese è da sempre non soltanto testa, ma anche tanto, tanto cuore. E allora questo numero di settembre abbiamo voluto dedicarlo all’idea di recovery a tutto tondo. Cioè guarigione, recupero, ripresa. Parlando alle teste. Ma anche ai cuori.
Economia malata, società sana
A partire dalla storia di copertina, con l’intervista a quel Germano Lanzoni volto del Milanese Imbruttito, che non dimentica il suo personaggio, ma rivela la persona. E le persone, da queste parti, anche di fronte a questa ripartenza in salita sapranno fare la differenza. Perché se l’economia è malata di Covid-19, la nostra società tra le Prealpi e la Pianura Padana è ancora fatta di tante persone dai sani valori. Proprio quelli che servono per risollevarci. E’ il nostro antidoto più potente in attesa del vaccino. Noi ci crediamo. Quindi, ci impegniamo. E tu?