Il Galateo di Natale

di Andrea Mallamo

La maestra di buone maniere Barbara Ronchi della Rocca, docente di Galateo internazionale, offre una serie di preziosi suggerimenti ai nostri lettori per passare le festività in sicurezza e con stile: dalla tavola ai vestiti, senza dimenticare i regali

di Chiara Milani

“Purtroppo Natale è il giorno ideale per ammazzare le buone maniere”. Lo dice – ovviamente – con garbo, Barbara Ronchi della Rocca: docente di galateo internazionale, autrice di libri, nonché esperta di teste coronate. Una vera maestra di bon ton, che ricorda come di solito nel dì di festa per eccellenza si esageri in tutto. A partire dal cibo. Per finire a volte – ahinoi – a litigare.

Attenzione alla sindrome del “liberi tutti”

Quest’anno io non vorrei che esagerassimo anche con la sindrome del “liberi tutti”: è vero, non siamo più costretti al “Natale in cattività” dell’anno scorso, però cerchiamo di mantenere certe distanze, che non sono affettive, ma fisiche”, sottolinea la nostra interlocutrice. Ecco qualche esempio concreto: “Non facciamo le tavolate all’insegna del più siamo, meglio stiamo. Se siamo in tanti e non riusciamo a dare mezzo metro a ciascuno, piuttosto facciamo due tavoli. Cerchiamo di mantenere la mascherina addosso il più possibile, naturalmente non quando mangiamo, ma se uno di noi s’incarica di condire l’insalata o girare la pasta, metta la mascherina, per piacere”.

I dettagli che fanno la differenza

Fare la differenza sono, come sempre, i dettagli: “Evitiamo l’occasione di mettere le mani sullo stesso cibo: il pane va già distribuito a tavola vicino ai piatti, così ognuno avrà la sua fetta e i suoi grissini alla sinistra del piatto, in modo che ciascuno tocchi solo ciò che mangia e anche panettone e pandoro sono da tagliare già in cucina e poi disponiamoli in bei piatti grandi in modo che le fette siano ben distanziate”. Sempre bene, in ogni caso, areare il locale. “Ogni tanto magari apriamo le finestre, tanto ci si surriscalda col vino e il cibo”. Niente scuse anche in caso dell’immancabile zia freddolosa: “Procuriamole un bello scialle”, ricorda l’esperta dell’arte del ricevere.

Telefonini al bando

Dalla tavola di Natale sono invece banditi i telefonini: “Il Galateo lo consiglia per qualunque pasto di tutto l’anno, anche se mi rendo conto che ci è difficile, soprattutto se abbiamo teenager in casa. Però a Natale io sono dell’opinione che ci si può imporre: mettiamo davanti alla porta un cestone, in modo che tutti gli ospiti mettano il proprio cellulare”. Uno stratagemma carino, ma che da solo non basta: “Se vogliamo convincere soprattutto i ragazzi a rinunciare a messaggiare durante tutto il pasto, cerchiamo di coinvolgerli nella conversazione. Evitando, però, le domande che fanno venire l’orticaria, tipo quelle sulla scuola o la fidanzata”.

Le nuove regole per gli auguri

WhatsApp approvato invece per gli auguri di Natale, a patto che la scritta sia personalizzata. Ma guai a rispondere via smartphone a un messaggio cartaceo: “Il Galateo dice che siamo sempre paritetici”, ricorda Ronchi della Rocca.

Effetto wow

Quanto alle decorazioni, l’esperta non mette al bando quelle più contemporanee viola o blu, ma predilige i colori classici della festa – rosso, bianco, oro e verde scuro – e soprattutto la luce della candela. Un emblema classico che, secondo le norme della buona educazione, può essere acceso di giorno proprio soltanto a Natale, “perché la fiamma viva è il simbolo della nascita di Cristo, luce del mondo, e quindi ci ricorda che non è un pranzo qualunque, bensì per chi ha la fortuna di credere – una festa religiosa”, ricorda la maestra di buone maniere. Poiché in questo giorno qualche eccesso è appunto consentito, per creare l’effetto wow spazio poi alla creatività con una bella tovaglia, magari rossa, e piccole decorazioni, magari come ferma tovaglioli o segnaposti. Tanto meglio se realizzati con l’aiuto dei bambini.

Eleganza sportiva

Dal vestito della tavola a quello dei commensali, le norme comportamentali mettono al bando la sciatteria. Quindi, niente pigiama e pantofole, anche se impegnati a cucinare. “E’ consigliato uno smart elegant, ossia un’eleganza sportiva: una bella camicetta, un golfino un po’ particolare possibilmente rosso o dorato, con qualche luccichio. Quest’inverno poi è di moda il velluto, quindi è il momento di tirare fuori dagli armadi questi capi”.

Il dono giusto è quello su misura”

La buona notizia è che, in un anno delicato come questo anche dal punto di vista economico, secondo la nostra intervistata anche decidere di non scambiarsi regali tra adulti non è tabù. Così come, sul lavoro, il regalo aziendale può essere sostituito con una donazione a un ente benefico, purché comprovata. Se invece non ci si vuole presentare a mani vuote, secondo Barbara Ronchi della Rocca si può optare per un un regalo gastronomico, nel qual caso una scelta vincente è quella di scegliere prodotti artigianali di nicchia, oppure per un omaggio “verde”: “Questa festività ha anche le sue piante: il vischio, l’agrifoglio e il melograno sono tutte piante legate di nuovo alla tradizione anche religiosa e che possono portare pure un po’ di allegria. E poi l’elleboro, che per secoli è stata la rosa di Natale”. In ogni caso, “il dono giusto è quello su misura non del donatore, ma di chi lo riceve”.

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