Il 65 per cento dei malati é ultra sessantacinquenne e in nove casi su dieci il problema è correlato allo stile di vita. Milenza Colzani, specialista in Dietologia dell’ospedale di Saronno e componente del Comitato distrettuale creato dai Lions per questa patologia, fotografa la situazione e offre alcuni preziosi consigli. A tavola la parola d’ordine è frugalità
I numeri fanno impressione. Le persone con diabete in Italia sono circa 3 milioni e 780mila, ma se si considerano quelle non ancora diagnosticate si arriva a 5 milioni: infatti, secondo il Rapporto dell’Osservatorio Arno Diabete, che ha coinvolto circa 31 ASL (Aziende sanitarie locali) italiane, ogni quattro diabetici noti ve ne è uno non ancora individuato. E che dire dei costi sociali ed economici di questa malattia cronica? Affrontare il diabete costa al Servizio Sanitario Nazionale 15 miliardi all’anno, di cui il 50 per cento da ascrivere ai ricoveri ospedalieri per le complicanze.
Ci troviamo dunque di fronte ad un gigantesco iceberg : come evitare l’”effetto Titanic”? Una nuova scienza, l’epigenetica, indaga i meccanismi attraverso i quali l’ambiente e lo stile di vita modificano l’espressione genica senza alterare il DNA: una sana alimentazione e esercizio fisico regolare, tramite modulazione epigenetica, sono in grado di modificare la suscettibilità alla malattia e quindi prevenirne la comparsa o rallentarne l’evoluzione.
Prevenzione, quindi, ma quando iniziare? In gravidanza e nei primi anni di vita, quando iniziano a delinearsi i comportamenti alimentari del bambino. A tavola la parola d’ordine è “frugalità”. Lo stile alimentare mediterraneo, che poggia le sue basi sul consumo di alimenti a basso indice glicemico (legumi, orzo, riso parboiled) – con introito dei grassi inferiore al 30 per cento dell’apporto calorico totale (e l’olio extravergine d’oliva è il principale condimento) – è a pieno diritto il modello alimentare sostenibile per l’ambiente e sicuro per la salute .
Ma il peggior nemico della dieta mediterranea è la crisi economica. Il calo dei consumi per il forte aumento di prezzo dei prodotti alimentari a bassa densità energetica, come frutta e verdura, suggerisce che i fattori economici possono rappresentare un ostacolo per l’adozione di diete più salutari. Al contrario, i cibi ad alta densità energetica non sono soltanto meno costosi, ma anche più resistenti all’inflazione.
L’uomo “contemporaneo” è un uomo sedentario e ipernutrito. In Italia, i dati Istat del 2012 hanno evidenziato che solo il 29,7 per cento degli italiani pratica qualche attività fisica (passeggiate di almeno 2 chilometri, nuoto, bicicletta o altre forme di attività motoria). Pensare che secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, basterebbero 30 minuti di attività fisica aerobica (come cammino, nuoto, bicicletta) al giorno per godere di molti benefici per la salute.
Alimentazione consapevole e cultura del movimento: questa dunque è la vera ricetta “magica” per prevenire e curare il diabete.