Debora Paglieri, presidente e amministratore delegato dell’omonima società per azioni leader nel campo della cura della persona e della casa, spiega perché all’Italia converrebbe sostenere adeguatamente le donne, anche nel mondo del lavoro
Come capitano d’azienda, nell’ambito delle grandi marche italiane rappresenta una “mosca bianca”. Semplicemente in quanto donna. Con Debora Paglieri, presidente e amministratore delegato dell’omonima società per azioni, parliamo di una questione che in epoca di Coronavirus sembra secondaria. E che invece, se risolta, aiuterebbe il Paese ad affrontare meglio la pandemia e a risollevarsi al termine dell’emergenza.
Come mai è ancora così raro in certe posizioni di vertice trovare figure femminili?
Purtroppo questo è un tema annoso, che sta perseguitando la nostra società: si sa che la donna paga lo scotto di dovere e provvedere a un’assistenza familiare, ai figli e ai genitori anziani. Quindi, questo la rende decisamente più debole e sotto tutti i punti di vista, soprattutto affacciandosi al mondo del lavoro.
A questo proposito l’UN Women ha fatto notare che, a causa del Covid-19, il reddito delle donne è diminuito in economie di qualsiasi dimensione, proprio a causa dell’esplosione il lavoro non pagato per la cura di figli, malati, anziani… in particolare nel 2020 le lavoratrici autonome sono già diminuite del 25%. Secondo lei, che anche Cavaliere del Lavoro, che cosa si può fare per frenare questo fenomeno?
Indubbiamente lo ritengo un fenomeno che sento molto a livello anche morale ed etico, soprattutto in virtù del mio genere. Ritengo che sia necessario avere dei supporti per la donna: bisogna finalmente intraprendere una politica seria, costruttiva e soprattutto costante nel cercare di dare alla donna il supporto di cui ha bisogno, per il fatto che se ne gioverebbe l’intero Paese. Cioè, il Pil dell’intero Paese ne avrebbe un giovamento e di conseguenza credo che sia doveroso. So che a livello europeo probabilmente si stanno intraprendendo azioni in questo senso, però credo che sia doveroso da parte del nostro Stato, del nostro Governo, finalmente dedicarsi a una politica seria di sostegno per la donna a livello di strutture per i bambini e supporto di tipo assistenziale per i genitori anziani.
Ecco, ancora oggi le donne spesso si sentono dire che è un problema la loro assunzione per via di una possibile maternità oppure, se anche lavorano, che in fondo non hanno bisogno di essere adeguatamente retribuite, perché tanto hanno un marito che le può mantenere… Quasi come se in questa Italia, peraltro a crescita zero, avere una famiglia fosse una colpa. In che modo si potrebbero conciliare le varie esigenze secondo lei, che vede la questione da un lato come donna e dall’altro come da attrice di lavoro?
Si tende molto a parlare della tutela delle minoranze, meno di quello della necessità di tutelare la figura della donna, soprattutto nel mondo del lavoro. In Islanda, per esempio, c’è una normativa che impone alle aziende, anche quelle piccole private, di assicurare un’assoluta uguaglianza salariale agli uomini e alle donne, pena sanzioni molto pesanti Basterebbe anche esercitare un controllo di questo genere, incitare le aziende, anche obbligarle a redigere rapporti sulle differenze salariali all’interno dell’ambiente lavorativo e fare i controlli del caso.
Peraltro, per quello che la riguarda, i risultati le danno ragione, perché anche in questo travagliato 2020, complice sicuramente il settore di cui vi occupate, cioè quello della cura della persona e della casa, il vostro bilancio è positivo, giusto?
Oh sì, devo dire di questo sono veramente molto, molto contenta. Io in azienda ho tantissime donne che lavorano, anche ovviamente in posizioni dirigenziali: non potrebbe che essere così visto che comunque io parteggio per loro e credo molto nella necessità di rendere la donna assolutamente paritetica rispetto all’uomo. Di fatto, quest’anno abbiamo registrato uno degli anni migliori della nostra storia e quindi sono più che mai soddisfatta e convinta che questo risultato abbiano contribuito pure molto le mie colleghe donne.