Dai giardini verticali al kokedama: nel 2020 la casa torna sempre più a colorarsi di verde jungle e il mercato florovivaistico è in continuo fermento per seguire le mode d’importazione del momento. Il floral designer gallaratese Marco Introini declina per noi sul territorio le tendenze internazionali
di Marco D. Introini
Spesso si pensa che sia solo il mondo del fashion e design a subire le mode, ma non sempre è così.
Se è vero che Linneo ha ben catalogato tutte le specie botaniche, che quindi chiaramente rimangono sempre le stesse, e anche vero che il mercato florovivaistico è in continuo fermento.
Dall’equatore alle Prealpi
Se facciamo un salto indietro di una trentina di anni e riguardiamo le foto degli interni delle nostre case, vedremo che, quasi sempre, erano presenti il filodendro, la sanseveria, la clivia, il potus, l’aralia e simili specie tropicali. Che fine hanno fatto? Erano diventate varietà talmente comuni e diffuse che la floricoltura ha perso di interesse nella loro coltivazione, così sono state soppiantate nel tempo da altre varietà, sempre equatoriali: il ficus benjamin a primo fra tutte, la dracena marginata, gli yucca, per poi andare in tempi più recenti su zamyoculcas, pachira beucarnea alocasia… sempre se parliamo di piante verdi.
Uno sguardo ai trend mondiali
Che cosa dobbiamo quindi aspettarci nel prossimo futuro? Nelle fiere internazionali dell’ultimo anno a farla da padrone sono sempre e comunque le epifite, ovvero tutte le varietà di orchidee e tillandsie, che piacciono tanto per la facilità con cui si curano. A seguire le crassule, e in generale le echeverie, che sono estremamente decorative, facilissime da curare e si prestano anche ad essere colorate e quindi a fare tendenza. A breve le troveremo dal fiorista di fiducia anche “ingambate”, come se fossero dei fiori recisi, per realizzare mazzi di sicuro effetto e grandissima durata.
Il boom del momento
Ma il vero boom del momento è rappresentato dalle felci, che torneranno prepotentemente sul mercato in grandissima quantità e varietà. Ci sono produttori che hanno fatto un approfondito lavoro di ricerca botanica nel selezionare varietà di gran fascino e resistenza. D’altronde la richiesta è in continuo aumento per soddisfare le esigenze dei designer che propongono pareti vegetali, quindi di tutte quelle piante che ben si adattano, come in natura, alla coltivazione in verticale.
Alla ricerca di soluzioni easy
Anche sulle bromeliacee è stato fatto un gran lavoro di selezione delle varietà, in considerazione del fatto che hanno un costo contenuto e una grandissima resistenza. Non dimentichiamo che la prima variabile a scelta della pianta adatta per casa, prima ancora del prezzo e dell’aspetto, è la facilità con cui la si può curare.
Per chi ha il pollice verde
Un caso a parte è rappresentato dalla moda del kokedama, che chiaramente è un po’ più adatta a chi ha il pollice verde, e che richiede piante con caratteristiche particolari, in quando devono essere di modesto assorbimento, in considerazione e fatto che sono coltivate senza contenitore in un mix di terra akadama e muschio.
Idrocultura e vasi ad osmosi per non correre rischi
Quindi, considerando che le esigenze del design cambiano nel modo di presentare le piante, specialmente quelle da interno, cambiano di conseguenza anche le varietà che si adattano a certi tipi specifici di ambienti e coltivazione.Chi non vuole rischiare di sbagliare con le cure e desidera una certa sicurezza nel vedere le piante sopravvivere in casa, può puntare senza indugio sull’idrocultura, o meglio ancora sui vasi ad osmosi, che danno alla pianta il giusto apporto idrico di cui ha bisogno senza farci correre rischi.
in foto: parete vegetale