Viaggi green

di Milani

Nell’Anno nazionale del turismo lento e sostenibile, è in continua crescita il trend di visitatori sensibili all’impatto delle loro trasferte. Massimiliano Serati e Federica Sottrici, ricercatori dell’Osservatorio turistico regionale dell’università Liuc Carlo Cattaneo di Castellanza, analizzano il fenomeno per noi

di Massimiliano Serati e Federica Sottrici

Negli anni più recenti stiamo assistendo, anche nel nostro Paese, ad una crescita esponenziale del turismo, che rischia di rappresentare non più solo una risorsa, ma anche una minaccia per il territorio.

Stop al sovraffollamento
Il tema del sovraffollamento di alcuni luoghi d’arte, di cultura e naturali comincia ad affacciarsi concretamente in tutto il mondo e a richiamare l’attenzione dei viaggiatori verso un’esperienza maggiormente rispettosa nei confronti dei territori e dell’ambiente. È così in atto una vera rivoluzione “verde”: il turismo sostenibile, come mostrato da una ricerca condotta da Booking.com, rappresenta infatti un trend in continua crescita. L’87% degli intervistati ha dichiarato di avere intenzione di praticare un viaggio sostenibile, mentre il 39% di intraprenderlo con frequenza.

Viva le strutture eco-friendly
Il turista green è sensibile all’impatto del suo viaggio sull’ambiente e sulla popolazione locale ed è consapevole delle ricadute distruttive che l’afflusso di visitatori ha avuto su alcuni luoghi naturali nel corso dei decenni passati. Queste motivazioni lo portano a prestare particolare attenzione alla scelta di strutture ricettive eco-friendly e a ricercare esperienze autentiche, vivendo come un abitante del posto e non come un semplice turista. Le sue nuove preferenze si rivolgono verso prodotti locali, ristoranti con un’offerta culinaria basata su ingredienti a chilometro zero e trasporti pubblici che minimizzino le emissioni.
Gli italiani scoprono l’ecoturismo

E i viaggiatori “tricolore” sono altrettanto sensibili all’ecosostenibilità dei loro viaggi? L’ottavo rapporto Gli italiani, il turismo sostenibile e l’ecoturismo, realizzato dalla Fondazione UniVerde in collaborazione con IPR Marketing, dice di sì: il 58% degli intervistati ha affermato di prendere in considerazione le possibili conseguenze ambientali della propria trasferta.
L’avvento del turismo di massa ci ha restituito tristi immagini di spiagge nostrane colme di rifiuti, infinite code automobilistiche e riserve naturali esposte ai rischi del degrado e della cementificazione, con un conseguente aumento dell’inquinamento e dei consumi di acqua ed energia elettrica. La maggiore consapevolezza e responsabilità dei visitatori italiani è testimoniata dal fatto che il 46% si dichiara disposto a spendere fino al 20% sul totale della vacanza per ridurre il proprio impatto sull’ambiente. E allora ecco che i mezzi di trasporto meno nocivi per gli ecosistemi, come il treno e l’autobus, insieme alle forme di noleggio condiviso delle automobili, diventano i preferiti dai turisti che, nel 47% dei casi, hanno già scelto di muoversi in treno per motivi ecologici.
Alla ricerca di esperienze autentiche

Quest’onda green riveste  un’importanza speciale durante il 2019, Anno Nazionale del Turismo Lento. Stiamo parlando di un turismo che mira a fare conoscere i borghi e i luoghi della Penisola meno conosciuti e battuti da quello di massa, proponendo esperienze di vita autentica, attraverso percorsi a piedi, in bicicletta o a cavallo immersi nella natura, in grado di minimizzare l’impatto sugli ecosistemi. La tutela dell’ambiente si interseca perfettamente a quella delle memorie, delle conoscenze e dell’artigianalità proprie di ogni singolo territorio italiano.

I viaggiatori si rimboccano le maniche
È finito il tempo di stare con le mani in mano e anche i viaggiatori sono pronti a rimboccarsi le maniche, tanto che il 37% di essi si è rivelato pronto a ripulire una spiaggia raccogliendo plastica e rifiuti. L’auspicio è che il rispetto per l’ambiente, il pianeta e le tradizioni locali guidi i comportamenti dei futuri flussi turistici e che le cattive abitudini e le problematiche ambientali causate dagli afflussi di massa diventino soltanto un ricordo lontano.

In foto: Veduta dal Sasso del ferro

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