Elena Travaini, ballerina non vedente, gira l’Italia e il mondo assieme al promesso sposo Anthony Carollo proponendo un’innovativa proposta formativa per la crescita personale. Il suggerimento per le altre donne: “Quando vi guardate allo specchio al mattino, ditevi che siete bellissime”. E dalle nostre colonne lancia l’appello: “Sono più richiesta a New York che nel Varesotto, ma vorrei esibirmi anche qui”
di Chiara Milani
Per dirla con le sue parole, aveva “la scusa buona per fare il piagnisteo”. Al contrario, Elena Travaini, natia di Sondrio ma residente da 8 anni a Luino, ha scelto di reagire. Fin dai primi giorni di vita. Quando è sopravvissuta a un raro tumore alla retina, rimanendo però senza vista da un occhio e con meno di un decimo dall’altro. Una bambina che avrebbe potuto vedere nero davvero. Invece ha scelto di non smettere di sognare. Di più: di realizzare i propri sogni. Così oggi,a 32 anni, è una ballerina professionista dal fisico mozzafiato, mamma e promessa sposa del suo Anthony Carollo. Col quale viaggia in Italia e nel mondo col il progetto formativo Blindy Dancing. Ossia, la danza al buio. Grazie alla quale hanno vinto diversi premi, come lo scorso anno a Danza in fiera (l’evento più prestigioso del settore nel panorama internazionale), apparendo più volte sul piccolo schermo, per esempio a Ballando con le stelle, e su numerose riviste. Con tanto di cortometraggio cinematografico presentato sei mesi fa alla Triennale di Milano.
Tra le tante difficoltà che ogni donna affronta quotidianamente, tu ne hai una grande in più, perché non vedi. Eppure non ti sei mai scoraggiata, anzi…
Sì, ho sempre cercato di circondarmi di esempi positivi e ho sempre avuto una grande passione per la crescita personale. Così non ho mai pensato di non essere in grado di fare alcunché soltanto perché ero una ragazza non vedente. Devo innanzitutto ringraziare mia mamma e mio papà, che non mi hanno mai mandato nei centri specializzati, bensì alla scuola pubblica, perché sapevano che prima o poi avrei dovuto affrontare la vita reale ed era meglio che iniziassi fin da piccola a crearmi le mie difese. Ho anche frequentato l’università, ma non l’ho finita perché io volevo ballare. Oggi posso dire che ci avevo visto lungo (risata per la battuta autoironica, ndr).
Come è nata la Danza al buio?
Lo devo a Anthony. Io non ho mai voluto gareggiare nella categoria paralimpici, ma scendere in pista era come andare nella gabbia dei leoni, perché c’erano problematiche oggettive, e così la danza non mi rendeva più felice. Allora lui mi hai detto: per capire se siamo noi che non ce la facciamo o se c’è una soluzione, devo sapere che cosa voglia dire ballare senza vedere. Così ha scelto di bendarsi. E oggi ai campionati del mondo ci andiamo come ospiti, special guest. Perché ho deciso che, se non potevo gareggiare come gli altri, non avrei partecipato uno scalino sotto, bensì uno sopra (altra risata, ndr).
Con la Blindy dancing voi fate formazione anche a livello internazionale…
Sì, in due anni abbiamo superato le 150mila persone che hanno provato questa esperienza, compresi le medaglie d’oro di pattinaggio, con una marea di gente a New York. Il mio sogno ora è conquistare il resto del mondo: Australia, Giappone, Oriente... Del resto, devo dire che i feedback sono tutti positivi: nessuno va nel panico e ciò che più mi dicono dopo aver provato questa esperienza è di aver sentito un forte senso di libertà, perché ballando al buio perdi tutti i tuoi punti fissi.
Ma nel Varesotto come ti trovi a vivere?
(Si schiarisce la voce, ndr) Nel Luinese ho trovato davvero tanto affetto da parte delle persone, ma non è facile avere l’attenzione delle amministrazioni. Non voglio criticare le istituzioni, dico soltanto che faccio meno fatica a esibirmi in America che qui. Sul territorio faccio piccoli show, ma io vorrei portare la danza al buio anche in grandi eventi pubblici di piazza.
Chissà che qualcuno leggendo il tuo appello ti chiami… intanto: se dovessi dare un consiglio alle altre donne che si trovano a fronteggiare grandi e piccole difficoltà, che cosa diresti loro?
La verità è che devi comunque amare te stessa o non resisti, non ce la fai, perché la vita è dura. Quindi posso dire che quando mi sveglio la mattina non importa se fuori piova o ci sia il sole, non conta quanto io sia spettinata e struccata… ogni giorno quando mi alzo mi guardo allo specchio e mi dico: oggi sono bellissima.
In foto: Elena Travaini e Anthony Carollo – Ph Cristian Palmieri