Luci nel buio

di Milani

Sabato 15 dicembre alle 15 a Villa Recalcati, sede della Provincia di Varese, sarà presentato il documentario su storia ed esplorazioni della grotta di Remeron, finanziato dalla Fondazione Comunitaria del Varesotto. Riscopriamo assieme passato e presente di questo luogo misterioso e affascinante

a cura della redazione

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Da oltre un secolo rappresenta uno dei luoghi più misteriosi del Varesotto: stiamo parlando della Grotta Remeron, cavità naturale che si sviluppa nelle viscere del Monte Campo dei Fiori e che sin dai primi del Novecento ha attirato coraggiosi avventurieri, affascinati dall’idea di un “viaggio al centro della terra”.

Due anni per un film

Si tratta dunque di una realtà locale che merita di essere riscoperta e raccontata, così come ha fatto il Gruppo Speleologico Prealpino, attraverso un bel documentario ideato dagli speleologi Guglielmo Ronaghi e Claudia Crema, che ne è anche la regista.  Per il completamento delle riprese e il montaggio del film sono stati necessari oltre due anni di lavorazione, operando in condizione proibitive per raccogliere il materiale. Il risultato un lavoro che vanta numerosi patrocini e il supporto economico della Fondazione Comunitaria del Varesotto.

Misteri e leggende a lume di candela

La Remeron si apre a quota 720 metri nel territorio di Comerio, alle porte di Varese. Il suo ingresso è conosciuto sin dalla notte dei tempi. L’origine del suo nome rimane però un mistero: nelle tradizioni locali è chiamata Bus di Remeron o Rameron. Sappiamo solo che nel corso dei secoli alcuni tra i più coraggiosi del posto si limitarono a compiere brevi visite al suo interno, con la sola luce di una candela, alimentando storie e leggende che consideravano questa cavità una porta per gli inferi, luogo abitato da creature demoniache e da cui stare alla larga.Le prime discese nei laghi sotterranei

Ma la prima vera discesa organizzata nella Grotta Remeron avvenne nel 1900 ad opera di Luigi Vittorio Bertarelli, il fondatore del Touring Club Italiano, accompagnato da un amico e due parroci della zona. Muniti di corde in canapa e scalette in corda con pioli in legno, giunsero 164 metri di profondità dall’ingresso, sulle rive di un lago sotterraneo. Soltanto nel 1951 fu possibile raggiungerne il fondo, a 210 metri di profondità in corrispondenza di un piccolo lago sifone.

Meta turistica del secolo scorso

Già nel 1913 comunque divenne una vera e propria meta turistica, richiamando a sé migliaia di visitatori che contribuirono, in una certa misura, allo sviluppo dell’economia locale. Vennero costruite scale in cemento e un impianto di illuminazione a gas per le visite nel primo tratto. Poi, con l’arrivo della Seconda Guerra Mondiale, le visite alla grotta si ridussero notevolmente, così impianti e allestimenti abbandonati andarono deteriorandosi.

Calamita per duemila visitatori l’anno

Nel Terzo Millennio però l’attività turistica riprese. Nel 2004, grazie al contributo di Regione Lombardia, Comune di Comerio e Parco Campo dei Fiori, sono stati effettuati lavori di ripristino degli impianti di illuminazione e delle scale, consentendo così ai turisti di scendere in sicurezza sino a 30 metri di profondità, e dal 2007 la gestione della Grotta è affidata all’Associazione Amici Grotta Remeron. Ad oggi rimane l’unica attrezzata per le visite nel territorio del varesotto e vanta una media di 2.000 visitatori ogni anno.

Fonte d’acqua e area protetta per la fauna

Non solo. Le acque ipogee di questo complesso sotterraneo approvvigionano persino l’acquedotto di Varese. Qui sono inoltre stati localizzati alcuni esemplari di Duvalius Ghidinii, uno dei più rari coleotteri, oltre a cinque specie di pipistrelli. Senza contare che la Remeron è considerata tra le grotte più importanti per i chirotteri in Lombardia, ragione per la quale rientra in un progetto europeo di aree protette chiamato Rete Natura 2000.

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